mercoledì 21 dicembre 2011

Anche per Grottaferrata uno stop al consumo di suolo

Edoardo Salzano è un noto urbanista che, tra l’altro, coordina un sito molto interessante su queste ed altre tematiche www.eddyburg.it. Nel video qui accanto dice cose molto semplici e molto vere. Guardatelo, dura tre minuti. Fa bene vederlo. Rinfresca un po’ la memoria e richiama elementari diritti/doveri civici. Riportiamo le prime due frasi: “Chi decide l’uso del territorio, secondo la legge, sono i comuni, è il sindaco, è il consiglio comunale, è la giunta; quindi sono i cittadini in ultima istanza, perché sono loro che eleggono i loro rappresentanti.”



Come dicevamo, una verità molto semplice. Ma i cittadini, la gente comune che va a votare, è consapevole di questa responsabilità? Avverte la forza di interdizione di cui dispone? È compiutamente informata delle scelte che sul loro territorio i rappresentanti da loro eletti fanno?
Qualche dato:
Grottaferrata è un comune che ha consumato un gran quantità del suo suolo:
È il quarto comune dell’area dei Castelli Romani per densità abitativa: 1120 abitanti per km2 (dato del 2007), dopo Albano, Marino e Genzano.
È uno dei comuni con il più alto tasso di urbanizzazione  pari a 3, secondo l’Atlante Statistico Italiano (2001).
Dal 1984 al 2007 ha registrato una crescita di 5.461 abitanti corrispondente al 36% (contro il 32 che è la media dei Castelli). Attualmente l’incremento ha raggiunto e superato il 39%.
Dal 1981 al 2001 si è avuto un aumento del numero di abitazioni di 1544 unità con una variazione in aumento del 29%.
L’abusivismo è un fenomeno che deve ancora essere valutato nella sua portata complessiva. Quello che si sa è che nei tre condoni (1985-Craxi, 1994 e 2004 – Berlusconi) sono state presentate 3.900 istanze di sanatoria delle quali meno della metà – 1546 pari al 40% - istruite.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Traffico a livelli parossistici, territori pregiati pesantemente aggrediti – Tuscolo, Molara, Valle Marciana –; risorse primarie in serissimo pericolo – leggi acqua -; abbassamento generale della qualità della vita dei cittadini, e via così.

Questa una sommaria panoramica della situazione presente. E per il domani? Quali sono i propositi del Sindaco, della Giunta comunale e della maggioranza che governa Grottaferrata? 
Le scelte di gestione territoriale del Sindaco Mori – e della sua coalizione  – preoccupano e non poco.
Le Linee Guida per il nuovo PUGC (Piano Urbanistico Generale Comunale) come si chiama ora, prevedono altre edificazioni, altro consumo di suolo, altri abitanti.
In Consiglio Comunale il Sindaco si lascia andare ad affermazioni come queste: “Grottaferrata ha subìto i vincoli del Parco”. Ma Mori non si limita ad affermare e infatti agisce. Il comune di Grottaferrata ha presentato ricorso in appello al Consiglio di Stato – dopo che ha perso quello al T.A.R. -  contro il Piano di Assetto del Parco che tutela le risorse, l’ambiente e il territorio. Solo il comune di Marino – amministrato dal centro-destra –  ha fatto altrettanto.
Si deve prendere atto che il Sindaco, e con lui questa amministrazione, hanno fatto delle scelte ben precise. Per carità legittime, ma molto esplicite. Scelte che intendono continuare a perseguire una politica di “consumo del suolo e delle risorse”, una politica sideralmente lontana da quella sensibilità culturale, da quell’attenzione ai beni comuni naturali, necessarie ad invertire le tendenze che hanno prodotto fino ad oggi consistenti danni ambientali con notevoli costi economici, che ricadono su tutta la comunità.

Ma a Grottaferrata governa una maggioranza di centro-sinistra; alcuni consiglieri comunali del PD e dell’IDV hanno un passato di ambientalismo militante; ci sono esponenti, in Giunta e Consiglio, niente meno che di Rifondazione Comunista. Il voto di costoro è determinante per questa coalizione. Dispongono di un decisivo e forte potere di interdizione. Qual è la loro posizione? Cosa pensano si debba fare? Aderiscono sottomessi alle posizioni di Mori che dice quello che dice e fa quello che fa? O si schierano contro l’ulteriore edificazione del territorio? Per esempio: sono favorevoli o contrari all’edificazione della Molara?

Ma davvero si può credere che un ulteriore aumento della popolazione non comporti una moltiplicazione dei problemi? Possiamo immaginare, che so, la Molara ulteriormente gravata di cemento e abitanti? Abbiamo dato un’occhiata all’Anagnina e strade limitrofe nelle ore di maggior flusso pendolare? Ma non è che per caso, abbiamo già raggiunto, e molto probabilmente superato, la capacità di carico del territorio? Senza parlare poi di due indicatori di qualità che raramente trovano cittadinanza nel dibattito e urbanistico paesano: il paesaggio e la bellezza; beni immateriali ma sostanziali perché fanno la differenza tra le anonime periferie metropolitane e un territorio capace di raccontare le sue stratificazioni storiche e culturali; in buona sostanza la nostra anima.

Il nostro giornale/blog dedicherà particolare attenzione a tutti questi temi. I cittadini che, come dice Salzano, in ultima analisi sono quelli che decidono dell’uso del loro territorio, devono essere compiutamente informati per essere messi nelle condizioni di capire chi è dalla parte della difesa del territorio e contro il consumo di altro suolo e chi invece non lo è o è troppo timido nel contrastarlo.  

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