Come dicevamo, una verità molto semplice. Ma i cittadini,
la gente comune che va a votare, è consapevole di questa responsabilità?
Avverte la forza di interdizione di cui dispone? È compiutamente informata delle
scelte che sul loro territorio i rappresentanti da loro eletti fanno?
Qualche dato:
Grottaferrata è un comune che ha consumato un gran
quantità del suo suolo:
È il quarto comune dell’area dei Castelli Romani per
densità abitativa: 1120 abitanti per km2 (dato del 2007), dopo
Albano, Marino e Genzano.
È uno dei comuni con il più alto tasso di
urbanizzazione pari a 3, secondo
l’Atlante Statistico Italiano (2001).
Dal 1984 al 2007 ha registrato una crescita di 5.461
abitanti corrispondente al 36% (contro il 32 che è la media dei Castelli).
Attualmente l’incremento ha raggiunto e superato il 39%.
Dal 1981 al 2001 si è avuto un aumento del numero di
abitazioni di 1544 unità con una variazione in aumento del 29%.
L’abusivismo è un fenomeno che deve ancora essere
valutato nella sua portata complessiva. Quello che si sa è che nei tre condoni
(1985-Craxi, 1994 e 2004 – Berlusconi) sono state presentate 3.900 istanze di
sanatoria delle quali meno della metà – 1546 pari al 40% - istruite.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Traffico a
livelli parossistici, territori pregiati pesantemente aggrediti – Tuscolo,
Molara, Valle Marciana –; risorse primarie in serissimo pericolo – leggi acqua
-; abbassamento generale della qualità della vita dei cittadini, e via così.
Questa una sommaria panoramica della situazione presente.
E per il domani? Quali sono i propositi del Sindaco, della Giunta comunale e
della maggioranza che governa Grottaferrata?
Le scelte di gestione territoriale del Sindaco Mori – e
della sua coalizione – preoccupano e non
poco.
Le Linee Guida per il nuovo PUGC (Piano Urbanistico
Generale Comunale) come si chiama ora, prevedono altre edificazioni, altro
consumo di suolo, altri abitanti.
In Consiglio Comunale il Sindaco si lascia andare ad
affermazioni come queste: “Grottaferrata ha subìto
i vincoli del Parco”. Ma Mori non si limita ad affermare e infatti agisce. Il
comune di Grottaferrata ha presentato ricorso in appello al Consiglio di Stato
– dopo che ha perso quello al T.A.R. - contro il Piano di Assetto del Parco che
tutela le risorse, l’ambiente e il territorio. Solo il comune di Marino –
amministrato dal centro-destra – ha
fatto altrettanto.
Si deve prendere atto che il Sindaco, e con lui questa
amministrazione, hanno fatto delle scelte ben precise. Per carità legittime, ma
molto esplicite. Scelte che intendono continuare a perseguire una politica di
“consumo del suolo e delle risorse”, una politica sideralmente lontana da
quella sensibilità culturale, da quell’attenzione ai beni comuni naturali,
necessarie ad invertire le tendenze che hanno prodotto fino ad oggi consistenti
danni ambientali con notevoli costi economici, che ricadono su tutta la
comunità.
Ma a Grottaferrata governa una maggioranza di
centro-sinistra; alcuni consiglieri comunali del PD e dell’IDV hanno un passato
di ambientalismo militante; ci sono esponenti, in Giunta e Consiglio, niente
meno che di Rifondazione Comunista. Il voto di costoro è determinante per
questa coalizione. Dispongono di un decisivo e forte potere di interdizione.
Qual è la loro posizione? Cosa pensano si debba fare? Aderiscono sottomessi alle
posizioni di Mori che dice quello che dice e fa quello che fa? O si schierano
contro l’ulteriore edificazione del territorio? Per esempio: sono favorevoli o
contrari all’edificazione della Molara?
Ma davvero si può credere che un ulteriore aumento della
popolazione non comporti una moltiplicazione dei problemi? Possiamo immaginare,
che so, la Molara ulteriormente gravata di cemento e abitanti? Abbiamo dato
un’occhiata all’Anagnina e strade limitrofe nelle ore di maggior flusso
pendolare? Ma non è che per caso, abbiamo già raggiunto, e molto probabilmente
superato, la capacità di carico del territorio? Senza parlare poi di due
indicatori di qualità che raramente trovano cittadinanza nel dibattito e urbanistico
paesano: il paesaggio e la bellezza; beni immateriali ma sostanziali perché
fanno la differenza tra le anonime periferie metropolitane e un territorio
capace di raccontare le sue stratificazioni storiche e culturali; in buona
sostanza la nostra anima.
Il nostro giornale/blog dedicherà particolare attenzione
a tutti questi temi. I cittadini che, come dice Salzano, in ultima analisi sono
quelli che decidono dell’uso del loro territorio, devono essere compiutamente
informati per essere messi nelle condizioni di capire chi è dalla parte della
difesa del territorio e contro il consumo di altro suolo e chi invece non lo è
o è troppo timido nel contrastarlo.
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