Ho visto l’intervista video alla
Signora Elmo pubblicata sul Blog de Il Piccolo Segno. In particolare mi
riferisco alla parte in cui la Signora, commentando il ruolo dei Comitati nel “
sociale”, ha interpretato, in modo purtroppo non approfondito, l’assenza del Comitato
Colle Sant’Antonio in occasione di iniziative dell’Amministrazione, arrivando
anche alla conclusione che il ruolo del Comitato non sia riconosciuto dagli
abitanti.
Io credo che ci si riferisca “all’assenza” del Comitato in occasione di un evento, sostenuto
dall’Amministrazione, ed organizzato con il Signor Viticchiè e la Signora Gatti.
Nella contingenza, al contrario di quanto ritiene la Signora Elmo, il
Comitato, ha svolto tutto quanto era necessario per la buona riuscita
dell’evento. La sottoscritta in particolare, come previsto dalla nostra organizzazione, si è
curata a proprie spese, di predisporre un buon
numero di volantini in fotocopia per
la diffusione della notizia dell’evento, alcuni dei quali furono affissi nei portoni dei palazzi del
comprensorio.
Se a fronte di questo, nessun abitante è intervenuto all’evento, la
Signora non dovrebbe addossare la responsabilità al ruolo ed al riconoscimento
del Comitato, ma guardare alle motivazioni del comportamento delle persone. Le
ragioni sono essenzialmente due.
La prima è la totale disaffezione nei confronti dell’ Amministrazione
di cui ella faceva parte e che, come altre in precedenza, ha trascurato il
comprensorio, non sapendo risolvere le note problematiche di sicurezza (transito
ambulanze e vigili del fuoco critico per le dimensioni delle stradine), di
manutenzione di routine, pulizia strade e aree verdi, della potatura
straordinaria delle siepi. Tra l’altro il comprensorio ancora attende che gli
impegni che l’Amministrazione e l’ATER assunsero pubblicamente dopo le vicende
di vandalismo ad inizio 2013, siano portati a termine.
Al contrario, quando gli eventi sociali e conviviali sono organizzati
da coloro che dimostrano attenzione
disinteressata e costante al comprensorio, gli abitanti rispondono. Quindi
prima di sentenziare sul comportamento del Comitato, La invitiamo a svolgere
analisi precise.
La seconda ragione, non meno importante, è l’assenza di una cultura
della partecipazione sul territorio.
Siamo d’accordo che i Comitati di quartiere (quelli istituiti dal
Comune e che si muovono sotto l’egida dell’Amministrazione) possono svolgere un
ruolo fondamentale nelle iniziative sociali a qualsiasi livello, oltre quello
di rappresentazione dei bisogni. Tuttavia questa cultura deve essere
maggiormente diffusa.
La delibera di giugno 2011 prevede corsi di Partecipazione per i
cittadini e gli amministratori, si parla di facilitatori della partecipazione,
di bilancio sociale, ovvero descrive uno scenario di una città impegnata su
tutti i fronti della partecipazione. Ma noi cittadini non abbiamo visto nulla
di tutto ciò!
Ma qual è stata l’azione educatrice svolta da chi deve fornire
l’esempio e diffondere la giusta cultura della partecipazione? Credo, se non
commetto errori, che tutto questo fosse di specifica responsabilità della Signora
Elmo, quale Assessore alla partecipazione.
La invitiamo, quindi, a fare autocritica e a non
scaricare, come ogni politico di professione, le proprie responsabilità sui
cittadini.
Tatiana Pavoni
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