mercoledì 7 agosto 2013

Risposta all'Assessore Elmo del vice-Presidente Comitato Colle Sant'Antonio

Ho visto l’intervista video alla Signora Elmo pubblicata sul Blog de Il Piccolo Segno. In particolare mi riferisco alla parte in cui la Signora, commentando il ruolo dei Comitati nel “ sociale”, ha interpretato, in modo purtroppo non approfondito, l’assenza del Comitato Colle Sant’Antonio in occasione di iniziative dell’Amministrazione, arrivando anche alla conclusione che il ruolo del Comitato non sia riconosciuto dagli abitanti.
Io credo che ci si riferisca “all’assenza” del  Comitato in occasione di un evento, sostenuto dall’Amministrazione, ed organizzato con il Signor Viticchiè e la Signora Gatti.
Nella contingenza, al contrario di quanto ritiene la Signora Elmo, il Comitato, ha svolto tutto quanto era necessario per la buona riuscita dell’evento. La sottoscritta in particolare, come  previsto dalla nostra organizzazione, si è curata a proprie spese, di predisporre un buon  numero di volantini in  fotocopia per la diffusione della notizia dell’evento, alcuni dei quali furono  affissi nei portoni dei palazzi del comprensorio.
Se a fronte di questo, nessun abitante è intervenuto all’evento, la Signora non dovrebbe addossare la responsabilità al ruolo ed al riconoscimento del Comitato, ma guardare alle motivazioni del comportamento delle persone. Le ragioni sono essenzialmente due.

La prima è la totale disaffezione nei confronti dell’ Amministrazione di cui ella faceva parte e che, come altre in precedenza, ha trascurato il comprensorio, non sapendo risolvere le note problematiche di sicurezza (transito ambulanze e vigili del fuoco critico per le dimensioni delle stradine), di manutenzione di routine, pulizia strade e aree verdi, della potatura straordinaria delle siepi. Tra l’altro il comprensorio ancora attende che gli impegni che l’Amministrazione e l’ATER assunsero pubblicamente dopo le vicende di vandalismo ad inizio 2013, siano portati a termine.
Al contrario, quando gli eventi sociali e conviviali sono organizzati da coloro che dimostrano attenzione  disinteressata e costante al comprensorio, gli abitanti rispondono. Quindi prima di sentenziare sul comportamento del Comitato, La invitiamo a svolgere analisi precise.

La seconda ragione, non meno importante, è l’assenza di una cultura della partecipazione sul territorio.
Siamo d’accordo che i Comitati di quartiere (quelli istituiti dal Comune e che si muovono sotto l’egida dell’Amministrazione) possono svolgere un ruolo fondamentale nelle iniziative sociali a qualsiasi livello, oltre quello di rappresentazione dei bisogni. Tuttavia questa cultura deve essere maggiormente diffusa.
La delibera di giugno 2011 prevede corsi di Partecipazione per i cittadini e gli amministratori, si parla di facilitatori della partecipazione, di bilancio sociale, ovvero descrive uno scenario di una città impegnata su tutti i fronti della partecipazione. Ma noi cittadini non abbiamo visto nulla di tutto ciò!

Ma qual è stata l’azione educatrice svolta da chi deve fornire l’esempio e diffondere la giusta cultura della partecipazione? Credo, se non commetto errori, che tutto questo fosse di specifica responsabilità della Signora Elmo, quale Assessore alla partecipazione.  La invitiamo, quindi, a fare autocritica e a non scaricare, come ogni politico di professione, le proprie responsabilità sui cittadini.
Tatiana Pavoni

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