mercoledì 12 dicembre 2012

Lottizzazioni e politica territoriale: basta chiacchiere, il momento delle scelte è arrivato

La questione dei 105.000 metri cubi riguardanti le lottizzazioni oggetto di una trattativa tra Amministrazione e imprenditori locali, è una iattura per Grottaferrata e in particolare per la zona di Pratone. Una folle colata di cemento in un’area critica sul piano ambientale e infrastrutturale. Malgrado il mercato edilizio sia in forte contrazione - si costruiscono case che restano invendute - si insiste per una strada che ormai è un vicolo cieco rappresentando un’idea di sviluppo ampiamente superata, i cui costi sociali sono altissimi e i profitti per pochi addetti ai lavori.
Imputare, come facciamo, a questa Amministrazione le gravi responsabilità dell’attuale situazione, non è un gioco che ci diverte. Avremmo preferito evitarlo. Però le cose vanno spiegate e le responsabilità rimarcate, perché è giusto che i cittadini sappiano da chi sono governati; magari per scongiurarlo la prossima volta.

Ormai sono dieci anni che le varie amministrazioni sbattono il grugno sul nuovo Piano Regolatore, non cavandone nulla. L’ultima versione del Piano è stata addirittura bocciata dal T.A.R. per gravi difformità procedurali. Scrivemmo subito che, per evitare che restasse operativo un PRG ormai vecchio di 40 anni, ampiamente sovradimensionato perché figlio di un’urbanistica d’altri e superati tempi, andava subito approvata una Variante Generale che congelasse l’esistente per poi aprire una comune riflessione per realizzare un vero, adeguato, moderno Piano Regolatore che esprimesse un’idea nuova di città equilibrata e sostenibile. Insomma si trattava di fare subito, e senza indugio, uno strumento di salvaguardia. Apriti cielo! I soliti pazzi ambientalisti. Se oggi siamo a questo punto di chi è la responsabilità dei “pazzi ambientalisti” o dei “sordi amministratori”? Sindaco in testa?

Il problema che intendiamo porre è il seguente: è pensabile immaginare, nella zona Pratone, altri 700/800 abitanti? Il carico ambientale che ciò comporterebbe, sarebbe sostenibile? (Pensiamo ad acqua, fogne e servizi). C’è qualcuno così ardito da ritenere sufficiente ed adeguata l’attuale rete viaria?
Se già ora al mattino via del Pratone è uno stillicidio, pensiamo come dovrà essere con 800 abitanti in più. Una pazzia assoluta.
Il problema è cruciale. È vero che il vecchio e superato PRG può consentire edificazioni in zona Pratone, ma è vero pure che per edificare occorre ci siano le condizioni minime di viabilità e servizi, condizioni che, come detto, sembrerebbero non esistere.
Il Comune, evidentemente in previsione di queste nuove edificazioni, ha tentato, all’inizio del 2010 di realizzare una strada più larga che arrivasse con una rotatoria sulla via Anagnina circa trecento metri prima del bivio del Tuscolo. Per fare questa strada, il comune ha dovuto richiedere il Nulla Osta al Parco, passando questa all’interno del suo perimetro. Il Parco però ha negato il Nulla Osta. La strada non si può realizzare. Come mai? Il Parco è cattivo? No, il Parco non è cattivo. Il Parco è un ente di tutela che deve, obbligatoriamente applicare la legge (e fino ad oggi ha sempre ottenuto ragione in sede giurisdizionale); quella legge aggiungiamo, che magari qualcun altro fa finta che non ci sia.
La strada non si può realizzare perché contraria al Piano Territoriale Paesistico (P.T.P.). C’è poco da fare. I fatti sono questi. Le chiacchiere stanno a zero.
E allora torniamo al nocciolo del problema. C’è qualcuno sano di mente che pensa si possano realizzare nuove abitazione per 800 abitanti in zona Pratone, dove non ci sono neanche le condizioni minime di viabilità? Chi si comprerebbe una casa in una zona dalla quale per spostarsi, per esempio per andare al lavoro, c’è bisogno dell’elicottero?
Secondo noi queste sono motivazioni più che sufficienti per fermare il piano di lottizzazioni che si profila. Se c’è qualcuno in questa Amministrazione che intende far valere le ragioni sociali e non quelle dei pochi che ci guadagnano, possono usare anche questo argomento.

P.S.
Secondo il verbale della riunione tra Amministrazione comunale e Costruttori a proposito del Piano di Lottizzazioni, nelle foto allegate viene riportata nuovamente la strada.
È del tutto evidente come questa mole gigantesca di interventi edilizi sia indissolubilmente legata alla realizzazione del nuovo asse stradale.
È però altrettanto evidente che, essendo il progetto di nuovo asse stradale non realizzabile, in quanto vi è un esplicito diniego dell’Ente Parco e in quanto difforme dalle norme degli strumenti urbanistici sovracomunali (Piani Territoriale Paesistici) ed essendo questi sovraordinati ai P.R.G. comunali, ci domandiamo il perché si ripropone questa strada. Nell’ipotesi che si dovesse realizzare comunque, scavalcando un esplicito diniego esistente, sarebbe possibile un sequestro disposto dall’autorità giudiziaria. Come se ne esce?
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum

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