Imputare, come facciamo, a questa Amministrazione le gravi responsabilità dell’attuale situazione, non è un gioco che ci diverte. Avremmo preferito evitarlo. Però le cose vanno spiegate e le responsabilità rimarcate, perché è giusto che i cittadini sappiano da chi sono governati; magari per scongiurarlo la prossima volta.
Ormai sono dieci anni che le
varie amministrazioni sbattono il grugno sul nuovo Piano Regolatore, non
cavandone nulla. L’ultima versione del Piano è stata addirittura bocciata dal T.A.R.
per gravi difformità procedurali. Scrivemmo subito che, per evitare che
restasse operativo un PRG ormai vecchio di 40 anni, ampiamente sovradimensionato
perché figlio di un’urbanistica d’altri e superati tempi, andava subito
approvata una Variante Generale che congelasse l’esistente per poi aprire una
comune riflessione per realizzare un vero, adeguato, moderno Piano Regolatore
che esprimesse un’idea nuova di città equilibrata e sostenibile. Insomma si
trattava di fare subito, e senza indugio, uno strumento di salvaguardia. Apriti
cielo! I soliti pazzi ambientalisti. Se oggi siamo a questo punto di chi è la
responsabilità dei “pazzi ambientalisti” o dei “sordi amministratori”? Sindaco
in testa?
Il problema che intendiamo
porre è il seguente: è pensabile immaginare, nella zona Pratone, altri 700/800
abitanti? Il carico ambientale che ciò comporterebbe, sarebbe sostenibile?
(Pensiamo ad acqua, fogne e servizi). C’è qualcuno così ardito da ritenere
sufficiente ed adeguata l’attuale rete viaria?
Se già ora al mattino via del
Pratone è uno stillicidio, pensiamo come dovrà essere con 800 abitanti in più. Una
pazzia assoluta.
Il problema è cruciale. È vero
che il vecchio e superato PRG può consentire edificazioni in zona Pratone, ma è
vero pure che per edificare occorre ci siano le condizioni minime di viabilità
e servizi, condizioni che, come detto, sembrerebbero non esistere.
Il Comune, evidentemente in
previsione di queste nuove edificazioni, ha tentato, all’inizio del 2010 di
realizzare una strada più larga che arrivasse con una rotatoria sulla via
Anagnina circa trecento metri prima del bivio del Tuscolo. Per fare questa
strada, il comune ha dovuto richiedere il Nulla Osta al Parco, passando questa
all’interno del suo perimetro. Il Parco però ha negato il Nulla Osta. La strada
non si può realizzare. Come mai? Il Parco è cattivo? No, il Parco non è
cattivo. Il Parco è un ente di tutela che deve, obbligatoriamente applicare la
legge (e fino ad oggi ha sempre ottenuto ragione in sede giurisdizionale);
quella legge aggiungiamo, che magari qualcun altro fa finta che non ci sia.
La strada non si può realizzare
perché contraria al Piano Territoriale Paesistico (P.T.P.). C’è poco da fare. I
fatti sono questi. Le chiacchiere stanno a zero.
E allora torniamo al nocciolo
del problema. C’è qualcuno sano di mente che pensa si possano realizzare nuove
abitazione per 800 abitanti in zona Pratone, dove non ci sono neanche le
condizioni minime di viabilità? Chi si comprerebbe una casa in una zona dalla
quale per spostarsi, per esempio per andare al lavoro, c’è bisogno
dell’elicottero?
Secondo noi queste sono motivazioni
più che sufficienti per fermare il piano di lottizzazioni che si profila. Se
c’è qualcuno in questa Amministrazione che intende far valere le ragioni
sociali e non quelle dei pochi che ci guadagnano, possono usare anche questo
argomento.
P.S.
Secondo il verbale della
riunione tra Amministrazione comunale e Costruttori a proposito del Piano di
Lottizzazioni, nelle foto allegate viene riportata nuovamente la strada.
È del tutto evidente come
questa mole gigantesca di interventi edilizi sia indissolubilmente legata alla
realizzazione del nuovo asse stradale.
È però altrettanto evidente
che, essendo il progetto di nuovo asse stradale non realizzabile, in quanto vi
è un esplicito diniego dell’Ente Parco e in quanto difforme dalle norme degli
strumenti urbanistici sovracomunali (Piani Territoriale Paesistici) ed essendo
questi sovraordinati ai P.R.G. comunali, ci domandiamo il perché si ripropone
questa strada. Nell’ipotesi che si dovesse realizzare comunque, scavalcando un
esplicito diniego esistente, sarebbe possibile un sequestro disposto
dall’autorità giudiziaria. Come se ne esce?
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum
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