Solitamente, nella Pubblica
Amministrazione accade che i dirigenti restano, mentre i politici passano. A
questa regola però, il Parco dei Castelli Romani sembra fare eccezione. A poco più
di un anno dalla nomina politica del Commissario del Parco, da parte della
Polverini, si è giunti al terzo incarico di direttore. Tre direttori in tredici
mesi. Una bella performance non c’è che dire; che suscita, e non può essere
altrimenti, più di qualche interrogativo. Due direttori dimissionati e un Parco
sprofondato in uno sbiadito anonimato.
Un organismo silente che non trova nella politica locale e in quella regionale alcun sostenitore. Tutti hanno interesse a che resti inerme e prono agli interessi della politica che fa l’occhiolino allo sviluppo edificatorio. È veramente incredibile il silenzio che i partiti, di maggioranza e di opposizione, manifestano sulla politica di tutela del territorio, giocando a nascondino.
Si deve forse concludere che non ci sono differenze tra una gestione territoriale di centro-destra e una di centro-sinistra? Tutto sembra confermare questa sensazione. Ancora di più colpisce l’imbarazzante inadeguatezza di quelle formazioni politiche che sulle battaglie per l’ambiente sono cresciute; vedi SEL, Verdi e compagnia bella. Caspita, almeno un moto d’orgoglio su una battaglia storica come quella per i Parchi e la Tutela. Per non parlare delle associazioni ambientaliste. A parte Italia Nostra – che va lodata per l’attenzione che pone sulle questioni legate alla tutela del territorio – le altre associazioni brillano come “buchi neri”.
Un organismo silente che non trova nella politica locale e in quella regionale alcun sostenitore. Tutti hanno interesse a che resti inerme e prono agli interessi della politica che fa l’occhiolino allo sviluppo edificatorio. È veramente incredibile il silenzio che i partiti, di maggioranza e di opposizione, manifestano sulla politica di tutela del territorio, giocando a nascondino.
Si deve forse concludere che non ci sono differenze tra una gestione territoriale di centro-destra e una di centro-sinistra? Tutto sembra confermare questa sensazione. Ancora di più colpisce l’imbarazzante inadeguatezza di quelle formazioni politiche che sulle battaglie per l’ambiente sono cresciute; vedi SEL, Verdi e compagnia bella. Caspita, almeno un moto d’orgoglio su una battaglia storica come quella per i Parchi e la Tutela. Per non parlare delle associazioni ambientaliste. A parte Italia Nostra – che va lodata per l’attenzione che pone sulle questioni legate alla tutela del territorio – le altre associazioni brillano come “buchi neri”.
Intanto è ripreso il fuoco
incrociato contro il Parco. I comuni di Marino e Grottaferrata – guarda caso
uno amministrato dal centro-destra e uno dal centro-sinistra – hanno fatto
ricorso in appello al Consiglio di Stato contro il Piano di Assetto del Parco,
dopo che hanno perso il precedente ricorso al T.A.R. del Lazio. Anche su questo
silenzio tombale da parte di tutti.
È passato un anno e mezzo dai
commissariamenti dei Parchi del Lazio. Al Parco dei Castelli Romani la Comunità
dei Sindaci aveva anche nominato i suoi rappresentanti in seno al Consiglio
direttivo. La Regione è inadempiente perché non nomina i suoi. Che aspetta a
farlo? Preferisce evidentemente gestirsi le cose direttamente con i Commissari
di stretta appartenenza, mentre la pavida e compiacente opposizione lascia
fare.
I cittadini dovranno ricordarsene
alle prossime elezioni; noi staremo lì a farlo, statene certi.
P.S. Sulle vicende del Parco dei Castelli e del suo Piano di Assetto,
si gioca gran parte della partita sulla tutela del territorio, non solo di
Grottaferrata ma di tutto il comprensorio dei Castelli Romani. Abbiamo pensato
potesse essere utile ricostruire la Storia del Piano di Assetto del Parco, non solo per una questione di puntuale
informazione ma soprattutto per ribadire come stanno le cose, per evidenziare
qualche interessante dato di certezza. Data la corposità delle vicende abbiamo
pensato di dividere questa ricostruzione storica in quattro puntate. Nei
prossimi giorni inizieremo la pubblicazione.
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