lunedì 2 gennaio 2012

Parco dei Castelli: fuoco incrociato di centro-destra e centro-sinistra

Solitamente, nella Pubblica Amministrazione accade che i dirigenti restano, mentre i politici passano. A questa regola però, il Parco dei Castelli Romani sembra fare eccezione. A poco più di un anno dalla nomina politica del Commissario del Parco, da parte della Polverini, si è giunti al terzo incarico di direttore. Tre direttori in tredici mesi. Una bella performance non c’è che dire; che suscita, e non può essere altrimenti, più di qualche interrogativo. Due direttori dimissionati e un Parco sprofondato in uno sbiadito anonimato.



Un organismo silente che non trova nella politica locale e in quella regionale alcun sostenitore. Tutti hanno interesse a che resti inerme e prono agli interessi della politica che fa l’occhiolino allo sviluppo edificatorio. È veramente incredibile il silenzio che i partiti, di maggioranza e di opposizione, manifestano sulla politica di tutela del territorio, giocando a nascondino.
Si deve forse concludere che non ci sono differenze tra una gestione territoriale di centro-destra e una di centro-sinistra? Tutto sembra confermare questa sensazione. Ancora di più colpisce l’imbarazzante inadeguatezza di quelle formazioni politiche che sulle battaglie per l’ambiente sono cresciute; vedi SEL, Verdi e compagnia bella. Caspita, almeno un moto d’orgoglio su una battaglia storica come quella per i Parchi e la Tutela. Per non parlare delle associazioni ambientaliste. A parte Italia Nostra – che va lodata per l’attenzione che pone sulle questioni legate alla tutela del territorio – le altre associazioni brillano come “buchi neri”.  
Intanto è ripreso il fuoco incrociato contro il Parco. I comuni di Marino e Grottaferrata – guarda caso uno amministrato dal centro-destra e uno dal centro-sinistra – hanno fatto ricorso in appello al Consiglio di Stato contro il Piano di Assetto del Parco, dopo che hanno perso il precedente ricorso al T.A.R. del Lazio. Anche su questo silenzio tombale da parte di tutti.
È passato un anno e mezzo dai commissariamenti dei Parchi del Lazio. Al Parco dei Castelli Romani la Comunità dei Sindaci aveva anche nominato i suoi rappresentanti in seno al Consiglio direttivo. La Regione è inadempiente perché non nomina i suoi. Che aspetta a farlo? Preferisce evidentemente gestirsi le cose direttamente con i Commissari di stretta appartenenza, mentre la pavida e compiacente opposizione lascia fare.
I cittadini dovranno ricordarsene alle prossime elezioni; noi staremo lì a farlo, statene certi.
P.S. Sulle vicende del Parco dei Castelli e del suo Piano di Assetto, si gioca gran parte della partita sulla tutela del territorio, non solo di Grottaferrata ma di tutto il comprensorio dei Castelli Romani. Abbiamo pensato potesse essere utile ricostruire la Storia del Piano di Assetto del Parco, non solo per una questione di puntuale informazione ma soprattutto per ribadire come stanno le cose, per evidenziare qualche interessante dato di certezza. Data la corposità delle vicende abbiamo pensato di dividere questa ricostruzione storica in quattro puntate. Nei prossimi giorni inizieremo la pubblicazione.    

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