È
evidente come in una situazione del genere – dove le Istituzioni e la Politica
si manifestano incapaci di tradurre in certezza ed efficacia normativa atti da essa
stessa dettati – si presti il fianco agli attacchi di tutti coloro che hanno
interesse ad ostacolare l’azione di tutela del Parco.
Ed
è quello che si è puntualmente verificato. I trombettieri degli interessi
localistici dell’edificazione militante, hanno ripreso a suonare i loro ottoni.
E sono ricominciati i ricorsi al T.A.R. Nei ricorsi si sono contraddistinti i
Comuni di Grottaferrata e Marino, i quali hanno direttamente preso di petto la
delibera 23/5/2009 di adozione dell’adeguamento del PdA.
Entrambi
i ricorsi sono stati respinti e sono stati dichiarati inammissibili. Questo per
un motivo molto semplice. Riportiamo uno dei passi chiave della sentenza: “ne deriva che il Piano di assetto adottato
non è produttivo di alcun effetto pregiudizievole nei confronti del ricorrente
in quanto l’applicazione delle misure di salvaguardia previste dalla Legge
istitutiva del Parco è indipendente dal provvedimento di adozione.”
Questo
significa due cose:
1) I confini del Parco in vigore sono
quelli della perimetrazione Ravaldini di 15.000 ettari;
2) Il PdA adottato dal Parco è un atto
che non modifica nulla dell’attuale situazione, nel senso che restano valide e
cogenti le “norme di salvaguardia” – che riguardano il perimetro “Ravaldini” –
fino a quando il Piano di Assetto non verrà approvato dalla Regione Lazio. Il
Piano di Assetto adottato dal Consiglio direttivo del Parco è un atto
“endoprocedimentale”, vale a dire che produce i suoi effetti solo al termine
del suo iter di approvazione che avviene da parte della Regione Lazio. Pertanto
fino ad allora non cambia nulla e dunque non esiste di fatto nulla che possa
essere “impugnato”.
Così il T.A.R. del Lazio.
I
Comuni di Marino e Grottaferrata, con le loro azioni ostative, si sono
dimostrati nel tempo come i più agguerriti oppositori delle scelte di tutela
del territorio, che il Parco, per sua intima essenza, rappresenta. E
perseverano con questa impostazione. Infatti entrambi hanno presentato appello
al Consiglio di Stato contro la sentenza del T.A.R. da ognuno di loro presentata.
Il Comune di Marino è stato il primo e il Consiglio di Stato ha concesso la
“sospensiva”, rinviando a febbraio una decisione in merito.
A
questo punto della situazione, dobbiamo attendere. Con la sospensiva, nulla
cambia. Le norme di salvaguardia continuano a valere.
A
quando la parola fine a tutta la vicenda del Piano di Assetto e della
Perimetrazione del Parco dei Castelli Romani? Per ora, come diceva il poeta,
siamo tra “color che son sospesi”. Sono passati 27 anni dalla legge istitutiva
e si è ancora a questo punto. Questa il dato di realtà oggi. Il futuro lo
vedremo presto.
Ma
una cosa è certa: la perimetrazione Ravaldini e le Norme di salvaguardia che vi
insistono, continueranno a restare valide e a produrre effetti operativi anche
se il Consiglio di Stato dovesse, per pura ipotesi, annullare l’intera delibera
di adozione del Piano di Assetto; con buona pace di tutti i nemici del Parco. (fine)
Nessun commento:
Posta un commento