domenica 22 gennaio 2012

Parco dei Castelli Romani: il Piano di Assetto motivi e contese di una storia infinita (quarta puntata)


È evidente come in una situazione del genere – dove le Istituzioni e la Politica si manifestano incapaci di tradurre in certezza ed efficacia normativa atti da essa stessa dettati – si presti il fianco agli attacchi di tutti coloro che hanno interesse ad ostacolare l’azione di tutela del Parco.


Ed è quello che si è puntualmente verificato. I trombettieri degli interessi localistici dell’edificazione militante, hanno ripreso a suonare i loro ottoni. E sono ricominciati i ricorsi al T.A.R. Nei ricorsi si sono contraddistinti i Comuni di Grottaferrata e Marino, i quali hanno direttamente preso di petto la delibera 23/5/2009 di adozione dell’adeguamento del PdA. 


Entrambi i ricorsi sono stati respinti e sono stati dichiarati inammissibili. Questo per un motivo molto semplice. Riportiamo uno dei passi chiave della sentenza: “ne deriva che il Piano di assetto adottato non è produttivo di alcun effetto pregiudizievole nei confronti del ricorrente in quanto l’applicazione delle misure di salvaguardia previste dalla Legge istitutiva del Parco è indipendente dal provvedimento di adozione.”
Questo significa due cose:
1)    I confini del Parco in vigore sono quelli della perimetrazione Ravaldini di 15.000 ettari;
2)    Il PdA adottato dal Parco è un atto che non modifica nulla dell’attuale situazione, nel senso che restano valide e cogenti le “norme di salvaguardia” – che riguardano il perimetro “Ravaldini” – fino a quando il Piano di Assetto non verrà approvato dalla Regione Lazio. Il Piano di Assetto adottato dal Consiglio direttivo del Parco è un atto “endoprocedimentale”, vale a dire che produce i suoi effetti solo al termine del suo iter di approvazione che avviene da parte della Regione Lazio. Pertanto fino ad allora non cambia nulla e dunque non esiste di fatto nulla che possa essere “impugnato”.
Così il T.A.R. del Lazio.

I Comuni di Marino e Grottaferrata, con le loro azioni ostative, si sono dimostrati nel tempo come i più agguerriti oppositori delle scelte di tutela del territorio, che il Parco, per sua intima essenza, rappresenta. E perseverano con questa impostazione. Infatti entrambi hanno presentato appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del T.A.R. da ognuno di loro presentata. Il Comune di Marino è stato il primo e il Consiglio di Stato ha concesso la “sospensiva”, rinviando a febbraio una decisione in merito.
A questo punto della situazione, dobbiamo attendere. Con la sospensiva, nulla cambia. Le norme di salvaguardia continuano a valere.

A quando la parola fine a tutta la vicenda del Piano di Assetto e della Perimetrazione del Parco dei Castelli Romani? Per ora, come diceva il poeta, siamo tra “color che son sospesi”. Sono passati 27 anni dalla legge istitutiva e si è ancora a questo punto. Questa il dato di realtà oggi. Il futuro lo vedremo presto.
Ma una cosa è certa: la perimetrazione Ravaldini e le Norme di salvaguardia che vi insistono, continueranno a restare valide e a produrre effetti operativi anche se il Consiglio di Stato dovesse, per pura ipotesi, annullare l’intera delibera di adozione del Piano di Assetto; con buona pace di tutti i nemici del Parco. (fine)

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