1. Il quadro della situazione
Nei giorni 2 e 11 ottobre la “ 2^
Commissione consiliare discuterà i regolamenti sui comitati di quartiere e
sul referendum cittadino.
Circa il regolamento sui comitati
di quartiere, abbiamo già riferito su un
precedente articolo come, a disprezzo della partecipazione, l’Amministrazione
Mori abbia inviato lo stesso direttamente in Commissione consiliare, senza
discuterlo preventivamente con i cittadini.
Riguardo il regolamento del referendum,
le relative vicende, che di seguito descriviamo, dimostrano tutta la
drammaticità amministrativa della politica locale.
2. Il Regolamento sui referendum.
La regolamentazione del
referendum cittadino, approvato nel 2000, è solo uno dei regolamenti che lo
Statuto comunale prevede e che nessuna amministrazione ha mai istituito prima. Il
Piccolo Segno ha trattato la questione dei regolamenti inesistenti nel numero
di maggio 2009, pag 10.
Nonostante quanto previsto dallo
Statuto, negli ultimi 12 anni la classe politica locale ha ignorato questo
obbligo, in particolare le amministrazioni Ghelfi che hanno governato per buona
parte di questo periodo. L’Amministrazione
comunale attuale con la delibera di Giunta n.94 del 16-6-2011 “Percorsi di
Democrazia partecipativa nel Comune di Grottaferrata”, consapevole della
problematica relativa al referendum, ha programmato la formulazione di questo
regolamento tra il 2013-2015. In questi
due anni si dovrebbe avere sufficiente tempo per redigere tale regolamento, che
non può essere emanato quale documento isolato, ma deve essere inserito in un
disegno organico e coerente con altri regolamenti, e soprattutto con lo Statuto
comunale. Infatti, il suo testo presenta
molti limiti, come sperimentato nell’attività amministrativa.
Purtroppo, non è stata eseguita
alcuna revisione dello Statuto, né risulta pianificata.
Tra fine 2011 e inizio 2012, i Consiglieri Fontana e Conti hanno presentato
un “Regolamento per gli Istituti di partecipazione e di iniziativa popolare” in
cui oltre al referendum si regolamentano altri aspetti della partecipazione
popolare. Iniziativa lodevole, visto l’assoluto immobilismo della Giunta Mori.
Il documento Fontana-Conti è
simile all’analogo regolamento del comune di Roma approvato con deliberazione
del Consiglio Comunale n. 101 del 14 giugno 1994 e come tale è strutturato
sulla base dello Statuto del comune di Roma. Quale prima conseguenza, il documento proposto si
scontra con lo Statuto comunale di Grottaferrata.
A fronte del documento proposto, l’Amministrazione
ha fornito dei commenti, recepiti da Fontana e Conti. Quindi, nella prossima
riunione della commissione consiliare ci si attenderebbe l’approvazione.
Ma il regolamento proposto con le
ultime varianti può essere utile a
Grottaferrata? Nonostante i commenti
dell’Amministrazione, la proposta è coerente con lo statuto? Purtroppo no.
Circa il diritto di iniziativa
popolare ( art 2, 5 e 7) della bozza Fontana-Conti, coerenti, come detto, con lo
Statuto del Comune di Roma, esso confligge con le discrepanze già presenti nello Statuto comunale di Grottaferrata agli artt.
51, 54 e 55.
L’art. 51 dello Statuto di
Grottaferrata stabilisce che sono titolari dei diritti di iniziativa e
partecipazione popolare, oltre che i cittadini iscritti nelle liste elettorali
del Comune, anche i cittadini non
residenti che godono dei diritti di elettorato attivo e che esercitano la
propria attività prevalente di lavoro da almeno cinque anni nel Comune.
Nonostante questo, negli articoli
54 e 55, che riguardano gli istituti di partecipazione, il referendum,
l’iniziativa popolare e l’istanza al sindaco, si stabilisce sempre che hanno diritto di
partecipazione solo i cittadini iscritti nelle liste elettorali. In pratica, lo
Statuto di Grottaferrata, su questa materia, ha una contraddizione che deve
essere risolta prima di redigere un regolamento sui referendum
Supponiamo che fosse risolta la
questione, l’iniziativa popolare a
Grottaferrata sarebbe ampia? La risposta
è no, poiché lo Statuto esclude dall’esercizio del diritto d’iniziativa
popolare le seguenti materie:
a)
revisione dello Statuto e dei Regolamenti;
b)
tributi, bilancio preventivo, assestamento, consuntivo;
c)
espropriazioni per pubblica utilità;
d)
designazioni e nomine;
e) Piani
Urbanistici Generali ed Attuativi.
E il referendum, avrebbe
limiti? Si, poiché
non possono essere soggetti a referendum: revisione
dello Statuto, regolamenti interni, normative sugli uffici comunali, tributi,
bilancio e tariffe, espropriazione per pubblica utilità, atti esecutivi di
deliberazioni consiliari, designazioni e nomine, Piani Urbanistici Generali ed
Attuativi.
Nella bozza inoltre vi sono altri
dettagli minori da discutere, ma è chiaro che già con tutti questi limiti
statutari, l’iniziativa popolare è poca cosa!
Nel comune di Roma, cosa che
pochi sanno, lo statuto comunale è stato rivisto, rimuovendo alcuni dei limiti
sopra descritti ed è stato anche approvato un importantissimo documento, il
Regolamento di Partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana (15.9.2012).
Altro aspetto trascurato nella
bozza Fontana-Conti è la disciplina del referendum, ovvero è assente la parte
di carattere operativo che renderebbe possibile l’esecuzione del referendum e
che andrebbe approfondita soprattutto con l’Ufficio elettorale. Vista la
complessità della gestione del referendum, si dovrebbe redigere un altro specifico
regolamento. A tale scopo si segnala che il comune di Tromello ha approvato un
documento interessante.
Per concludere l’analisi, si
segnala anche l’argomento relativo alla ammissibilità dei referendum.
Lo statuto di Grottaferrata
assegna questa funzione al consiglio comunale, una sorta di soluzione interna,
che solleva perplessità immaginabili.
L’iniziativa Fontana-Conti è
lodevole ed è funzionale a far capire, soprattutto, come la giunta Mori non
dedichi attenzione alla partecipazione popolare.
Ora, il prossimo passo deve vedere
maggioranza e opposizione lavorare concretamente, con precisione e nel rispetto
di tempi certi, nel rivisitare lo Statuto e nel redigere un regolamento dei
referendum che sia utile ai cittadini.
Credo che a questo punto su un
tema come la partecipazione dei cittadini, la politica locale debba dare un preciso
segnale di responsabilità di governo e con approccio condiviso. Bisogna farlo
ed in fretta. Se non ora, quando? Dopo 12 anni, quanto altro deve attendere questa città?
Edmondo L. MILANO
è inutile fare commenti se poi non si danno risposte.si criticano gli altri per cose e atteggiamenti anche nostri.
RispondiEliminacorradocolizza
sono disponibile al dialogo ed al confronto per l'approvazione di un Regolamento degli Istituti di Partecipazione e di Iniziativa popolare (non solo del Referendum) che recepisca tutte le osservazioni sopra riportate....quando ho presentato, insieme al Consigliere Conti, la proposta di delibera ("appena" il 9 dicembre 2011....), mi fu detto da qualcuno, che siede nei banchi della maggioranza, che "....è ora di finirla con questa storia dei referendum, non ci sono più i soldi per farli e quindi basta, il regolamento non si approva..."; qualcunaltro, che siede nei banchi della Giunta, mi disse che la proposta non era in linea con la "programmazione" dell'Amministrazione comunale.....Risultato: nella riunione della 2^ Commissione del 25 gennaio 2012 (vedere il verbale per credere....), i 3 Consiglieri di maggioranza espressero parere contrario, il Consigliere civico si astenne, ed io votai a favore......CERTE COSE E' BENE CHE SI SAPPIANO.....Poi arrivò il parere degli Uffici (postumo e non preventivo, come previsto.....) ed ho ripresentato la proposta allineandola con i commenti ricevuti.... Vedremo cosa accadrà ora in Commissione. Personalmente, condivido tutte le osservazioni e sono altresì convinto che, contestualmente, vada modificato lo Statuto comunale..... Ad majora GIAMPIERO FONTANA
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