domenica 30 settembre 2012

Regolamento Referendum cittadino: altro pessimo esempio di amministrazione da cui possiamo uscire con un lavoro comune tra maggioranza e opposizione.


1.  Il quadro della situazione

Nei giorni 2 e 11 ottobre la “ 2^ Commissione consiliare discuterà i regolamenti sui comitati di quartiere e sul  referendum cittadino.
Circa il regolamento sui comitati di quartiere, abbiamo già  riferito su un precedente articolo come, a disprezzo della partecipazione, l’Amministrazione Mori abbia inviato lo stesso direttamente in Commissione consiliare, senza discuterlo preventivamente con i cittadini.  
Riguardo il regolamento del referendum, le relative vicende, che di seguito descriviamo, dimostrano tutta la drammaticità amministrativa della politica locale.



2. Il Regolamento sui referendum.

La regolamentazione del referendum cittadino, approvato nel 2000, è solo uno dei regolamenti che lo Statuto comunale prevede e che nessuna amministrazione ha mai istituito prima. Il Piccolo Segno ha trattato la questione dei regolamenti inesistenti nel numero di maggio 2009, pag 10.
Nonostante quanto previsto dallo Statuto, negli ultimi 12 anni la classe politica locale ha ignorato questo obbligo, in particolare le amministrazioni Ghelfi che hanno governato per buona parte di questo periodo.  L’Amministrazione comunale attuale con la delibera di Giunta n.94 del 16-6-2011 “Percorsi di Democrazia partecipativa nel Comune di Grottaferrata”, consapevole della problematica relativa al referendum, ha programmato la formulazione di questo regolamento tra il  2013-2015. In questi due anni si dovrebbe avere sufficiente tempo per redigere tale regolamento, che non può essere emanato quale documento isolato, ma deve essere inserito in un disegno organico e coerente con altri regolamenti, e soprattutto con lo Statuto comunale.  Infatti, il suo testo presenta molti limiti, come sperimentato nell’attività amministrativa.
Purtroppo, non è stata eseguita alcuna revisione dello Statuto, né risulta pianificata.

Tra fine 2011 e inizio 2012,  i Consiglieri Fontana e Conti hanno presentato un “Regolamento per gli Istituti di partecipazione e di iniziativa popolare” in cui oltre al referendum si regolamentano altri aspetti della partecipazione popolare. Iniziativa lodevole, visto l’assoluto immobilismo della Giunta Mori.

Il documento Fontana-Conti è simile all’analogo regolamento del comune di Roma approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 101 del 14 giugno 1994 e come tale è strutturato sulla base dello Statuto del comune di Roma. Quale  prima conseguenza, il documento proposto si scontra con lo Statuto comunale di Grottaferrata.   
A fronte del documento proposto, l’Amministrazione ha fornito dei commenti, recepiti da Fontana e Conti. Quindi, nella prossima riunione della commissione consiliare ci si attenderebbe l’approvazione.  

Ma il regolamento proposto con le ultime varianti  può essere utile a Grottaferrata? Nonostante  i commenti dell’Amministrazione, la proposta è coerente con lo statuto?  Purtroppo no.

Circa il diritto di iniziativa popolare ( art 2, 5 e 7) della bozza Fontana-Conti, coerenti, come detto, con lo Statuto del Comune di Roma, esso confligge con le discrepanze già presenti  nello Statuto comunale di Grottaferrata agli artt. 51, 54 e 55.
L’art. 51 dello Statuto di Grottaferrata stabilisce che sono titolari dei diritti di iniziativa e partecipazione popolare, oltre che i cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune, anche i  cittadini non residenti che godono dei diritti di elettorato attivo e che esercitano la propria attività prevalente di lavoro da almeno cinque anni nel Comune.
Nonostante questo, negli articoli 54 e 55, che riguardano gli istituti di partecipazione, il referendum, l’iniziativa popolare e l’istanza al sindaco, si  stabilisce sempre che hanno diritto di partecipazione solo i cittadini iscritti nelle liste elettorali. In pratica, lo Statuto di Grottaferrata, su questa materia, ha una contraddizione che deve essere risolta prima di redigere un regolamento sui referendum
Supponiamo che fosse risolta la questione,  l’iniziativa popolare a Grottaferrata sarebbe ampia?  La risposta è no, poiché lo Statuto esclude  dall’esercizio del diritto d’iniziativa popolare le seguenti materie:
a) revisione dello Statuto e dei Regolamenti;
b) tributi, bilancio preventivo, assestamento, consuntivo;
c) espropriazioni per pubblica utilità;
d) designazioni e nomine;
e) Piani Urbanistici Generali ed Attuativi.  
E il referendum, avrebbe limiti?  Si,  poiché  non possono essere soggetti a referendum: revisione dello Statuto, regolamenti interni, normative sugli uffici comunali, tributi, bilancio e tariffe, espropriazione per pubblica utilità, atti esecutivi di deliberazioni consiliari, designazioni e nomine, Piani Urbanistici Generali ed Attuativi.

Nella bozza inoltre vi sono altri dettagli minori da discutere, ma è chiaro che già con tutti questi limiti statutari, l’iniziativa popolare è poca cosa!
Nel comune di Roma, cosa che pochi sanno, lo statuto comunale è stato rivisto, rimuovendo alcuni dei limiti sopra descritti ed è stato anche  approvato un importantissimo documento, il Regolamento di Partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana (15.9.2012).

Altro aspetto trascurato nella bozza Fontana-Conti è la disciplina del referendum, ovvero è assente la parte di carattere operativo che renderebbe possibile l’esecuzione del referendum e che andrebbe approfondita soprattutto con l’Ufficio elettorale. Vista la complessità della gestione del referendum, si dovrebbe redigere un altro specifico regolamento. A tale scopo si segnala che il comune di Tromello ha approvato un documento interessante.

Per concludere l’analisi, si segnala anche l’argomento relativo alla ammissibilità dei referendum.
Lo statuto di Grottaferrata assegna questa funzione al consiglio comunale, una sorta di soluzione interna, che solleva perplessità immaginabili.

L’iniziativa Fontana-Conti è lodevole ed è funzionale a far capire, soprattutto, come la giunta Mori non dedichi attenzione alla partecipazione popolare.
Ora, il prossimo passo deve vedere maggioranza e opposizione lavorare concretamente, con precisione e nel rispetto di tempi certi, nel rivisitare lo Statuto e nel redigere un regolamento dei referendum che sia utile ai cittadini.
Credo che a questo punto su un tema come la partecipazione dei cittadini,  la politica locale debba dare un preciso segnale di responsabilità di governo e con approccio condiviso. Bisogna farlo ed in fretta. Se non ora, quando? Dopo 12 anni, quanto altro  deve attendere questa città? 

Edmondo L. MILANO

2 commenti:

  1. è inutile fare commenti se poi non si danno risposte.si criticano gli altri per cose e atteggiamenti anche nostri.
    corradocolizza

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  2. sono disponibile al dialogo ed al confronto per l'approvazione di un Regolamento degli Istituti di Partecipazione e di Iniziativa popolare (non solo del Referendum) che recepisca tutte le osservazioni sopra riportate....quando ho presentato, insieme al Consigliere Conti, la proposta di delibera ("appena" il 9 dicembre 2011....), mi fu detto da qualcuno, che siede nei banchi della maggioranza, che "....è ora di finirla con questa storia dei referendum, non ci sono più i soldi per farli e quindi basta, il regolamento non si approva..."; qualcunaltro, che siede nei banchi della Giunta, mi disse che la proposta non era in linea con la "programmazione" dell'Amministrazione comunale.....Risultato: nella riunione della 2^ Commissione del 25 gennaio 2012 (vedere il verbale per credere....), i 3 Consiglieri di maggioranza espressero parere contrario, il Consigliere civico si astenne, ed io votai a favore......CERTE COSE E' BENE CHE SI SAPPIANO.....Poi arrivò il parere degli Uffici (postumo e non preventivo, come previsto.....) ed ho ripresentato la proposta allineandola con i commenti ricevuti.... Vedremo cosa accadrà ora in Commissione. Personalmente, condivido tutte le osservazioni e sono altresì convinto che, contestualmente, vada modificato lo Statuto comunale..... Ad majora GIAMPIERO FONTANA

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