Se c’è un’azione di governo della città
sulla quale si può misurare lo spessore di un’amministrazione comunale questa è
la sua politica di “Gestione territoriale”. La cura del territorio è tutto
perché su di essa si declina ogni altro fattore: l’ambiente, il valore del
suolo, la giustizia sociale, la democrazia partecipata, la mobilità, la qualità
di vita, le opportunità di relazioni sociali ed economiche, la stessa idea
della possibilità di un futuro.
La Giunta Mori amministra Grottaferrata
ormai da due anni. Per delineare il senso della politica territoriale, e quindi
dell'idea di città, due anni sono un tempo più che sufficiente e dunque
cerchiamo di capire come si muove quest'Amministrazione comunale di
centro-sinistra. La situazione è molto più critica di come appare. In un
contesto territoriale già fortemente compromesso, la prua della nave
amministrativa Grottaferratese solca mari di cemento orientata com’è
esclusivamente sul consumo di suolo. Colpisce e ferisce che il tutto avvenga
sotto un’amministrazione di centro-sinistra.
Il cahier de doleance è corposo:
- ricorsi contro il Parco dei Castelli per avere mano libera sui territori pregiati di Tuscolo e Molara;
- perimetrazione per il recupero urbanistico del nucleo abusivo di Tuscolo;
- l’oneroso e insostenibile mega impianto di depurazione di Valle Marciana;
- nuova stazione ferroviaria di Villa Senni con annessa cubatura di servizi;
- incomprensibili progetti tipo nuovo polo fieristico di Bartolomeo Gosio.
1. Siamo nella logica di una continuità con
il passato. Se l'amministrazione di centro-destra di Ghelfi scelse di
contrastare apertamente ogni ipotesi di tutela territoriale agendo presso il
T.A.R. del Lazio contro il Piano del Parco, uscendone peraltro sconfitta,
l'attuale giunta di centro-sinistra guidata dal Sindaco Mori ripercorre la
stessa strada ricorrendo al Consiglio di Stato contro il Parco. Sappiamo come è
andata. Il Comune di Grottaferrata è stato sconfitto anche questa volta. Perché
il Comune è contro il Parco? La risposta non può che essere una: perché la
politica locale, trasversalmente intesa, è prigioniera degli interessi
edificatori e quindi intende avere mano libera per gestire come meglio crede
gli ultimi lembi di territorio libero di Grottaferrata, Tuscolo e Molara. La
solita vecchia intramontata politica di aggressione territoriale. Centro-destra
e centro-sinistra un'unica e simile strategia.
2. Nella nostra italietta, l’abusivismo è
stato ed è un fenomeno antico che nessuno è mai riuscito a domare, anzi in
qualche modo ha sempre risolto a posteriori attraverso quella forma moralmente
deleteria che prende il nome di “condono”. Questa deplorevole prassi, ha
provocato non soltanto enormi danni ambientali ma anche un vero e proprio
guasto etico al vivere civile, alla necessità di rispettarne le norme, per cui
ci si sente giustificatati e autorizzati ad assumere comportamenti non conformi
alle leggi.
Com'è la situazione dell'abusivismo a
Grottaferrata? Esiste uno studio serio sul fenomeno, sulla sua dislocazione,
sulla tipologia? Le linee guida del nuovo Piano Regolatore (P.U.G.C.)
riportano, sull'abusivismo, dati approssimativi e incompleti. Le domande
presentate nelle tre leggi di condono edilizio – 1985, 1994, 2003 – che hanno
concluso l'iter amministrativo sono state il 50%. Gli stessi estensori delle
Linee Guida possono soltanto formulare ipotesi su un campione del 10% delle
domande presentate. Dall'analisi di questo campione vengono stimati in 350.000
metri cubi gli abusi condonabili, per un totale di 2.000 abitanti in più.
Generalmente il rapporto tra abitanti e metri cubi è stabilito in 1 a 100. In
questo caso gli abitanti dovrebbero risultare 3.500. Ma i tecnici incaricati
dal Comune adottano, in maniera poco chiara o quantomeno poco argomentata, un
rapporto di 1 a 120; per questo risultano “solo” 2.000 gli abitanti in più.
Come se ciò non bastasse nel rapporto i tecnici non considerano (in realtà non
possono considerare) gli incrementi di popolazione che si avranno in seguito
alla “Perimetrazione dei Nuclei spontanei”. A parte questo appellativo
politically correct (come se i mattoni si mettessero su da soli), per “nuclei
spontanei” si intende quell'abusivismo concentrato in determinate aree che
attraverso una Variante Urbanistica possono essere “perimetrate”, fornendo a
queste aree un indice di fabbricabilità. Per cui i nuclei abusivi con questa
operazione vengono “sanati”, anche se questo non è proprio il termine esatto;
non solo, ma viene determinato un indice di fabbricabilità per tutta l'area
tanto che anche chi non avrà edificato abusivamente potrà in futuro farlo
legalmente. Ecco perché i tecnici non possono oggi quantificare quanto verrà
costruito; occorrerà attendere le varianti di perimetrazione e gli indici di
fabbricabilità che l'Amministrazione ha incaricato di elaborare e che
riguardano tre zone di Grottaferrata: il Tuscolo, l'Isola amministrativa e
Castel de Paolis. Non c'è che dire, l'abusivismo detta le condizioni della
gestione del territorio. Si corre dietro ai problemi in una logica di
permanente emergenza.
A parte gli aspetti etici della questione -
per cui chi costruisce a dispetto delle norme si ritrova poi con un discreto
valore economico e con i servizi pagati da tutta la comunità che invece le leggi
le ha rispettate - in tutto ciò si profila anche una mancanza di chiarezza
sulle reali possibilità di operare questa perimetrazione. La legge infatti
stabilisce che le aree perimetrabili non possono essere soggette a vincoli
specifici e, per esempio, l'area del Tuscolo lo è: vincolo paesistico, vincolo
idrogeologico, vincolo archeologico, vincolo del Parco. Come la mettiamo? Ogni
Ente dovrà dare il suo nulla osta e ciò sarà molto difficile da ottenere. I cittadini
interessati sono stati sufficientemente informati di ciò? Oppure le promesse
(elettorali) sono state fatte a prescindere?
3. Sul nuovo previsto impianto di
depurazione di Valle Marciana, abbiamo già detto e fatto molto e altro
continueremo a fare. Un'operazione ambigua, pesantissima dal punto di vista
ambientale, tecnicamente lacunosa, punitiva per la comunità di Grottaferrata.
Per approfondire l'argomento abbiamo realizzato un dossier scaricabile da questo sito. L'unica cosa che vogliamo aggiungere è che
anche su questo tema tutti zitti, forze di maggioranza e di opposizione. Le
nostre puntuali osservazioni, i dubbi, le controproposte che abbiamo
manifestato, anche se non condivise, avrebbero meritato ben altro atteggiamento
da parte del Sindaco della Giunta del Consiglio, che invece di aprirsi al
dialogo e al confronto con i cittadini, si sono arroccati nella ridotta del
loro Palazzo, incapaci di sostenere il confronto sui contenuti. Dobbiamo
riconoscere che il solo a porre attenzione alle nostre richieste è stato il
consigliere Mauro Tomboletti che ha avuto l'umiltà di riconoscere i limiti
tecnici e procedurali del progetto del megadepuratore e di essere disponibile a
vedere il da farsi.
4. “Una nuova stazione ferroviaria a Villa
Senni. Finalmente anche Grottaferrata avrà una sua stazione.” Questo annuncio
viene sbandierato dall'Amministrazione Mori come un successo di questa giunta.
A parte il fatto che si tratta di un progetto che risale al 1990, molti sono i
dubbi sulla sua reale possibilità di realizzazione e soprattutto diverse sono
le perplessità rispetto all’utilità di un’opera di questo tipo per
Grottaferrata.
Del tema in questione si occupa
approfonditamente questo numero del Segno, con due interventi: un’intervista al
concittadino Ugo Surace, Presidente di Dimensione
Trasporti, società di Studi e Ricerche sui trasporti, e un articolo di
commento della redazione che sintetizza i molti punti interrogativi di quella
che si sta prospettando come una inutile, costosa e inopportuna opera pubblica.
Tralasciando tutte le altre
incongruenze del caso, è appena il caso di sottolineare come in questo periodo
in cui i Comuni aumentano l’IMU per mantenere in equilibrio il proprio bilancio,
il Comune di Grottaferrata si imbarca in un’operazione di dubbia necessità
per tutta l’utenza inclusa quella della Borgata Centrone, accollandosi un
notevole costo di soldi dei Grottaferratesi – 2.000.000 di euro – e tutte le
altre spese di gestione che peseranno sulla nostra comunità.
La domanda è:
perché ci si incaponisce a realizzare opere che costano tantissimo, hanno poca
utilità, creano disagi, deturpano ambiente e paesaggio, consumano suolo, creano
i presupposti per una trasformazione del territorio. Domande che suscitano
profonda inquietudine. .
5. Nelle Linee Guida
del nuovo Piano Regolatore viene ipotizzata la creazione di un Polo Fieristico
presso l’attuale complesso del Bartolomeo Gosio a Borghetto. Un’idea questa che
appare molto pericolosa. Innanzitutto la fiera di Grottaferrata è una fiera di
nicchia che non ha certo bisogno di strutture di 15.000 mq e di altre cubature
di servizio. Peraltro il complesso, situato proprio lungo l’Anagnina appare dal
punto di vista logistico quanto di più inadeguato da questo punto di vista. Il
Bartolomeo Gosio avrebbe bisogno di ben altro intervento di recupero
architettonico. L’impressione è che l’Amministrazione Mori abbia un progetto
più generale per tutta l’area Borghetto-Villa Senni. Infatti, mettendo insieme la
Stazione di Villa Senni e il Polo fieristico del Bartolomeo Gosio ci si può
facilmente rendere conto dello stravolgimento territoriale a cui si andrebbe
incontro con l’urbanizzazione di tutta l’area e cambiamenti profondi che
innescherebbero con una definitiva saldatura con Roma.
La politica di gestione territoriale che
l’Amministrazione Mori sta attuando si basa su una strategia che possiamo
definire “sviluppista” vale a dire imperniata sul consumo di suolo, sull’edificazione
senza fine; una politica irreversibile e suicida. Questa strategia
mercantilistica è l’antitesi di una visione imperniata sulla difesa dei valori
del territorio e dell’ambiente.
Si tratta di valori che dovrebbero essere il
riferimento culturale per un’azione di governo che voglia definirsi di
centro-sinistra. Quello che accade è esattamente il contrario. C'è qualcuno
nell'attuale panorama politico, di maggioranza o di opposizione, che si è
svincolato da questa posizione, che ha manifestato sia pure un disagio? Fino ad
ora nessuno. Si, qualche “malpancismo” ma niente di più. Certo in un contesto
nel quale i ruoli di maggioranza e opposizione sono indistinguibili perché
obiettivi, interessi e conseguenti strategie sono identici, non è facile
operare una battaglia culturale prima che politica.
La vicenda del Nuovo depuratore, ci ha
aperto gli occhi e ci ha fatto capire che occorre rioccupare spazi di agibilità
politica non tanto per proporre nuove soluzioni politiche ma per riportare la
politica a quello che dovrebbe essere: ricerca di soluzioni ai problemi del
vivere civile. Ecco, quello sul quale intendiamo concentrare la nostra attività
è proprio questo, creare spazi di partecipazione, di condivisione, di scambio,
di relazione tra le diverse dimensioni della struttura sociale e comunitaria -
associazioni, cittadini, portatori di interessi diffusi - per contribuire alla
ricerca di una soluzione ai problemi comuni, che in parte abbiamo accennato in
questo articolo, mettendo al primo posto il benessere sociale di tutti e non
gli interessi di pochi.
Auspichiamo che ciò possa essere utile
anche a chi siede nei banchi del Consiglio comunale per porre le basi di una
interlocuzione fruttuosa.
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