martedì 18 settembre 2012

Amministrazione Mori: una Gestione Territoriale pericolosa e deleteria


Se c’è un’azione di governo della città sulla quale si può misurare lo spessore di un’amministrazione comunale questa è la sua politica di “Gestione territoriale”. La cura del territorio è tutto perché su di essa si declina ogni altro fattore: l’ambiente, il valore del suolo, la giustizia sociale, la democrazia partecipata, la mobilità, la qualità di vita, le opportunità di relazioni sociali ed economiche, la stessa idea della possibilità di un futuro.



La Giunta Mori amministra Grottaferrata ormai da due anni. Per delineare il senso della politica territoriale, e quindi dell'idea di città, due anni sono un tempo più che sufficiente e dunque cerchiamo di capire come si muove quest'Amministrazione comunale di centro-sinistra. La situazione è molto più critica di come appare. In un contesto territoriale già fortemente compromesso, la prua della nave amministrativa Grottaferratese solca mari di cemento orientata com’è esclusivamente sul consumo di suolo. Colpisce e ferisce che il tutto avvenga sotto un’amministrazione di centro-sinistra.
Il cahier de doleance è corposo:


  • ricorsi contro il Parco dei Castelli per avere mano libera sui territori pregiati di Tuscolo e Molara;
  • perimetrazione per il recupero urbanistico del nucleo abusivo di Tuscolo;
  • l’oneroso e insostenibile mega impianto di depurazione di Valle Marciana; 
  • nuova stazione ferroviaria di Villa Senni con annessa cubatura di servizi;
  • incomprensibili progetti tipo nuovo polo fieristico di Bartolomeo Gosio.

1. Siamo nella logica di una continuità con il passato. Se l'amministrazione di centro-destra di Ghelfi scelse di contrastare apertamente ogni ipotesi di tutela territoriale agendo presso il T.A.R. del Lazio contro il Piano del Parco, uscendone peraltro sconfitta, l'attuale giunta di centro-sinistra guidata dal Sindaco Mori ripercorre la stessa strada ricorrendo al Consiglio di Stato contro il Parco. Sappiamo come è andata. Il Comune di Grottaferrata è stato sconfitto anche questa volta. Perché il Comune è contro il Parco? La risposta non può che essere una: perché la politica locale, trasversalmente intesa, è prigioniera degli interessi edificatori e quindi intende avere mano libera per gestire come meglio crede gli ultimi lembi di territorio libero di Grottaferrata, Tuscolo e Molara. La solita vecchia intramontata politica di aggressione territoriale. Centro-destra e centro-sinistra un'unica e simile strategia.

2. Nella nostra italietta, l’abusivismo è stato ed è un fenomeno antico che nessuno è mai riuscito a domare, anzi in qualche modo ha sempre risolto a posteriori attraverso quella forma moralmente deleteria che prende il nome di “condono”. Questa deplorevole prassi, ha provocato non soltanto enormi danni ambientali ma anche un vero e proprio guasto etico al vivere civile, alla necessità di rispettarne le norme, per cui ci si sente giustificatati e autorizzati ad assumere comportamenti non conformi alle leggi.
Com'è la situazione dell'abusivismo a Grottaferrata? Esiste uno studio serio sul fenomeno, sulla sua dislocazione, sulla tipologia? Le linee guida del nuovo Piano Regolatore (P.U.G.C.) riportano, sull'abusivismo, dati approssimativi e incompleti. Le domande presentate nelle tre leggi di condono edilizio – 1985, 1994, 2003 – che hanno concluso l'iter amministrativo sono state il 50%. Gli stessi estensori delle Linee Guida possono soltanto formulare ipotesi su un campione del 10% delle domande presentate. Dall'analisi di questo campione vengono stimati in 350.000 metri cubi gli abusi condonabili, per un totale di 2.000 abitanti in più. Generalmente il rapporto tra abitanti e metri cubi è stabilito in 1 a 100. In questo caso gli abitanti dovrebbero risultare 3.500. Ma i tecnici incaricati dal Comune adottano, in maniera poco chiara o quantomeno poco argomentata, un rapporto di 1 a 120; per questo risultano “solo” 2.000 gli abitanti in più. Come se ciò non bastasse nel rapporto i tecnici non considerano (in realtà non possono considerare) gli incrementi di popolazione che si avranno in seguito alla “Perimetrazione dei Nuclei spontanei”. A parte questo appellativo politically correct (come se i mattoni si mettessero su da soli), per “nuclei spontanei” si intende quell'abusivismo concentrato in determinate aree che attraverso una Variante Urbanistica possono essere “perimetrate”, fornendo a queste aree un indice di fabbricabilità. Per cui i nuclei abusivi con questa operazione vengono “sanati”, anche se questo non è proprio il termine esatto; non solo, ma viene determinato un indice di fabbricabilità per tutta l'area tanto che anche chi non avrà edificato abusivamente potrà in futuro farlo legalmente. Ecco perché i tecnici non possono oggi quantificare quanto verrà costruito; occorrerà attendere le varianti di perimetrazione e gli indici di fabbricabilità che l'Amministrazione ha incaricato di elaborare e che riguardano tre zone di Grottaferrata: il Tuscolo, l'Isola amministrativa e Castel de Paolis. Non c'è che dire, l'abusivismo detta le condizioni della gestione del territorio. Si corre dietro ai problemi in una logica di permanente emergenza.
A parte gli aspetti etici della questione - per cui chi costruisce a dispetto delle norme si ritrova poi con un discreto valore economico e con i servizi pagati da tutta la comunità che invece le leggi le ha rispettate - in tutto ciò si profila anche una mancanza di chiarezza sulle reali possibilità di operare questa perimetrazione. La legge infatti stabilisce che le aree perimetrabili non possono essere soggette a vincoli specifici e, per esempio, l'area del Tuscolo lo è: vincolo paesistico, vincolo idrogeologico, vincolo archeologico, vincolo del Parco. Come la mettiamo? Ogni Ente dovrà dare il suo nulla osta e ciò sarà molto difficile da ottenere. I cittadini interessati sono stati sufficientemente informati di ciò? Oppure le promesse (elettorali) sono state fatte a prescindere?

3. Sul nuovo previsto impianto di depurazione di Valle Marciana, abbiamo già detto e fatto molto e altro continueremo a fare. Un'operazione ambigua, pesantissima dal punto di vista ambientale, tecnicamente lacunosa, punitiva per la comunità di Grottaferrata. Per approfondire l'argomento abbiamo realizzato un dossier scaricabile da questo sito. L'unica cosa che vogliamo aggiungere è che anche su questo tema tutti zitti, forze di maggioranza e di opposizione. Le nostre puntuali osservazioni, i dubbi, le controproposte che abbiamo manifestato, anche se non condivise, avrebbero meritato ben altro atteggiamento da parte del Sindaco della Giunta del Consiglio, che invece di aprirsi al dialogo e al confronto con i cittadini, si sono arroccati nella ridotta del loro Palazzo, incapaci di sostenere il confronto sui contenuti. Dobbiamo riconoscere che il solo a porre attenzione alle nostre richieste è stato il consigliere Mauro Tomboletti che ha avuto l'umiltà di riconoscere i limiti tecnici e procedurali del progetto del megadepuratore e di essere disponibile a vedere il da farsi.

4. “Una nuova stazione ferroviaria a Villa Senni. Finalmente anche Grottaferrata avrà una sua stazione.” Questo annuncio viene sbandierato dall'Amministrazione Mori come un successo di questa giunta. A parte il fatto che si tratta di un progetto che risale al 1990, molti sono i dubbi sulla sua reale possibilità di realizzazione e soprattutto diverse sono le perplessità rispetto all’utilità di un’opera di questo tipo per Grottaferrata.
Del tema in questione si occupa approfonditamente questo numero del Segno, con due interventi: un’intervista al concittadino Ugo Surace, Presidente di Dimensione Trasporti, società di Studi e Ricerche sui trasporti, e un articolo di commento della redazione che sintetizza i molti punti interrogativi di quella che si sta prospettando come una inutile, costosa e inopportuna opera pubblica. Tralasciando tutte le altre incongruenze del caso, è appena il caso di sottolineare come in questo periodo in cui i Comuni aumentano l’IMU per mantenere in equilibrio il proprio bilancio, il Comune di Grottaferrata si imbarca in un’operazione di dubbia necessità per tutta l’utenza inclusa quella della Borgata Centrone, accollandosi un notevole costo di soldi dei Grottaferratesi – 2.000.000 di euro – e tutte le altre spese di gestione che peseranno sulla nostra comunità.
La domanda è: perché ci si incaponisce a realizzare opere che costano tantissimo, hanno poca utilità, creano disagi, deturpano ambiente e paesaggio, consumano suolo, creano i presupposti per una trasformazione del territorio. Domande che suscitano profonda inquietudine. .

5.  Nelle Linee Guida del nuovo Piano Regolatore viene ipotizzata la creazione di un Polo Fieristico presso l’attuale complesso del Bartolomeo Gosio a Borghetto. Un’idea questa che appare molto pericolosa. Innanzitutto la fiera di Grottaferrata è una fiera di nicchia che non ha certo bisogno di strutture di 15.000 mq e di altre cubature di servizio. Peraltro il complesso, situato proprio lungo l’Anagnina appare dal punto di vista logistico quanto di più inadeguato da questo punto di vista. Il Bartolomeo Gosio avrebbe bisogno di ben altro intervento di recupero architettonico. L’impressione è che l’Amministrazione Mori abbia un progetto più generale per tutta l’area Borghetto-Villa Senni. Infatti, mettendo insieme la Stazione di Villa Senni e il Polo fieristico del Bartolomeo Gosio ci si può facilmente rendere conto dello stravolgimento territoriale a cui si andrebbe incontro con l’urbanizzazione di tutta l’area e cambiamenti profondi che innescherebbero con una definitiva saldatura con Roma.

La politica di gestione territoriale che l’Amministrazione Mori sta attuando si basa su una strategia che possiamo definire “sviluppista” vale a dire imperniata sul consumo di suolo, sull’edificazione senza fine; una politica irreversibile e suicida. Questa strategia mercantilistica è l’antitesi di una visione imperniata sulla difesa dei valori del territorio e dell’ambiente.
Si tratta di valori che dovrebbero essere il riferimento culturale per un’azione di governo che voglia definirsi di centro-sinistra. Quello che accade è esattamente il contrario. C'è qualcuno nell'attuale panorama politico, di maggioranza o di opposizione, che si è svincolato da questa posizione, che ha manifestato sia pure un disagio? Fino ad ora nessuno. Si, qualche “malpancismo” ma niente di più. Certo in un contesto nel quale i ruoli di maggioranza e opposizione sono indistinguibili perché obiettivi, interessi e conseguenti strategie sono identici, non è facile operare una battaglia culturale prima che politica.

La vicenda del Nuovo depuratore, ci ha aperto gli occhi e ci ha fatto capire che occorre rioccupare spazi di agibilità politica non tanto per proporre nuove soluzioni politiche ma per riportare la politica a quello che dovrebbe essere: ricerca di soluzioni ai problemi del vivere civile. Ecco, quello sul quale intendiamo concentrare la nostra attività è proprio questo, creare spazi di partecipazione, di condivisione, di scambio, di relazione tra le diverse dimensioni della struttura sociale e comunitaria - associazioni, cittadini, portatori di interessi diffusi - per contribuire alla ricerca di una soluzione ai problemi comuni, che in parte abbiamo accennato in questo articolo, mettendo al primo posto il benessere sociale di tutti e non gli interessi di pochi.
Auspichiamo che ciò possa essere utile anche a chi siede nei banchi del Consiglio comunale per porre le basi di una interlocuzione fruttuosa.       

Nessun commento:

Posta un commento