lunedì 7 ottobre 2013

A Capodarco cose già viste

A Capodarco si sono dati convegno i rilanciatori del centro-sinistra. Si sente odore di elezioni a Grottaferrata e i lunghi silenzi dei periodi interelettivi vengono rotti da iniziative che si presentano come “novità”. 
Ma lo sono davvero?
Spesso, troppo spesso, ci si muove sempre sulle alleanze, sui passaggi elettivi, sugli schieramenti da mettere in campo; quasi mai sulle idee, sui progetti, sulle proposte. Ne sono successe di cose in questi ultimi anni a Grottaferrata, ne stano succedendo anche oggi. Non abbiamo, però, né visto né sentito i promotori o qualcuno di loro, prendere posizione, avanzare proposte, valutazioni. Sentirlo proclamare in iniziative di pre-campagna elettorale non è per nulla convincente.

L'iniziativa per riaccendere il centro-sinistra a Grottaferrata, che si è svolta a Capodarco, apre scenari che rimescolano le carte di quella che sembrava essere una partita a due tra B(roccatelli) & B(ertuzzi). Il Pd locale è saldamente nelle mani del duo B&B, i due amici/nemici; gli spazi di manovra non ci sono più, il dibattito langue, da anni. E allora la “vecchia guardia” (Antonelli e Fulgenzi), con l’aggiunta di un “validatore sociale” (Don Franco Monterubbianesi) - e probabilmente con qualche coniglio nel cilindro che si aspetta a far saltare fuori per non bruciarlo (Luciano Andreotti?) - manovrano dall’esterno per condizionare le scelte piddine, sparigliare e riconquistare spazio politico. Questa è una novità? Un fatto nuovo, forse, di queste prime scaramucce elettorali, ma una novità non sembra proprio. Non è stato così anche nelle precedenti elezioni? Quando per evitare i soliti due di cui sopra dal cilindro spuntò fuori Mori? Abbiamo visto poi come è andata a finire.

L’impressione è che l’iniziativa di Capodarco sia una partita tutta interna al Pd che mira a condizionare le scelte di leadership per ritrovare un’unanimità, quanto effettiva non si sa, intorno ad una figura catalizzatrice. Tempo fa qualche nome si sussurrava già: Mucciaccio e Intreccialagli quelli che circolavano con maggior insistenza; che non pare possano essere considerati “novità”; più che altro appartengono alla categoria: “a volte ritornano”, o alla categoria dei “soliti bruciati”.

I promotori hanno annunciato che oltre a iscritti del Pd nel progetto ci sarebbero anche “ambientalisti”, aderenti a SEL e altri. Intanto su presunti aderenti di SEL è arrivata una secca smentita dal circolo di Grottaferrata, tramite Luigi Fortini; per i promotori un incauto scivolone. Poi sugli “ambientalisti” aspettiamo di saperne di più. A Capodarco si è consumata un'assemblea di iscritti e simpatizzanti del Pd, tutto qua. Ma il Pd non è parte della soluzione, il Pd è “il problema”. Lo è sul piano nazionale dove, ormai è chiarissimo, rappresenta il nuovo “centrismo”, con una politica economica e sociale saldamente neo-liberista. Le idee di sinistra in questo partito sono assolutamente marginali e ininfluenti. Certo, Civati è bravo, dice cose giuste ma...?!
Il Pd è “il problema” anche a Grottaferrata dove nessuno sa che idee abbia, quali siano le sue proposte. Uno dice una cosa e uno ne dice un'altra. Pensa solo a vincere le elezioni, ma a vincere per fare cosa? Per non fare nulla, come la Giunta Mori uscente, solo per gestire il potere e per garantire lobbies capaci di mettere in campo qualche utile pacchetto di voti.

Detto questo, sarà interessante vedere i programmi di questa “opposizione piddina” che si è data convegno a Capodarco: tanto per cominciare, quali proposte per la gestione territoriale? Perché è vero che non c’è solo l’urbanistica, ma è anche vero che se non si fanno scelte decise contro l’ulteriore consumo di suolo, se non si ferma l’abusivismo e la speculazione, se non si “decantierizza” Grottaferrata, poi parlare di cultura, di fiera, di servizi, di “sociale”, di percorsi pedonali diventa esercizio da buontemponi.

Consumo zero, trasformazione delle attuali aree edificabili in aree agricole, stop alle lottizzazioni, accettazione definitiva dei confini del Parco e delle destinazioni delle aree a parco, inflessibilità sull’abusivismo con acquisizione al patrimonio pubblico. Tanto per cominciare; poi tutto il resto (che non è certo poco). 

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