sabato 5 ottobre 2013

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta indirizzata al Commissario straordinario del Parco dei Castelli Romani, il cui oggetto è “inattività del Parco dei Castelli Romani”


Sandro Caracci
Commissario Straordinario del
Parco Regionale dei
Castelli Romani

p. c. Nicola Zingaretti
Presidente della Regione Lazio

Fabio Refrigeri
Assessore all’ambiente della
Regione Lazio

LETTERA APERTA

Oggetto: inattività del Parco dei Castelli Romani
Egregio Commissario,
duole dover sottoporre alla sua attenzione missive di questo tenore, ma siamo rimasti assai sconcertati nel constatare che dopo il vero e proprio blocco delle attività, che negli ultimi tre anni di Commissariamento del centro destra hanno caratterizzato il Parco dei Castelli, con il suo insediamento non si sia intravisto l’atteso e sostanziale cambiamento che in molti attendevamo.
Il Parco si presenta come un fortilizio chiuso e poco trasparente, con scarsi e datati documenti pubblicati sul suo sito internet, che rendono praticamente impossibile conoscere il suo operato.
Gli aspetti più delicati, che riguardano la gestione territoriale, dai nulla osta per interventi edificatori o di taglio bosco, ai controlli che dovrebbero essere espletati dai guardiaparco, sono del tutto privi di efficacia. Notizie recenti, riportate dai giornali, a proposito di una presunta piscina abusiva sotto al Tuscolo – per esempio – evidenziano tutta l’inefficacia dell’azione del Parco, che neppure si degna di dare risposte ai cittadini. Per quanto riguarda i nulla osta, per l’ignavia amministrativa la situazione appare ancora più inquietante, visto che si parla insistentemente di centinaia di autorizzazioni che avrebbero maturato un parere favorevole per silenzio-assenso. Un meccanismo che da solo denuncia in maniera manifesta la completa inazione dell’Ente e delle persone che dovrebbero dirigerlo. Un atteggiamento di totale passività che ha effetti devastanti sul territorio, sul quale potrebbero essere riversati decine, o centinaia di migliaia di metri cubi, senza la preventiva azione di controllo, alla quale il parco è specificamente preposto e obbligato per legge.
Voci si rincorrono anche per una presunta deroga per la navigazione, con grossi motoscafi adatti allo sci nautico, nel lago Albano, che detto per inciso è un lago tutelato da ben due Direttive europee, che impediscono attività così impattanti.
Per il Piano di assetto non si scorgono novità. Al di là dei proclami di rito non è stata fatta alcuna azione sostanziale. Questo non lascia ben sperare per uno strumento che è essenziale per il nostro territorio; peraltro il nuovo Piano esplica già a pieno titolo i suoi effetti, anche se solo adottato.
In buona sostanza, i segnali che si percepiscono rispetto alle attività del Parco appaiono contraddittori e scarsamente indirizzati ad azioni di trasparenza e tutela ambientale. Un Parco così, che esprime positività solo con le visite guidate (il cui programma è stato finalmente ripreso dopo tre lunghi anni di inspiegabile scomparsa) e poco altro, non ci piace. Non può piacerci. È l’esatto contrario di quello per cui ci siamo battuti per anni.
La tutela ambientale è il primo obiettivo di un Parco. Non esercitarla o considerarla secondaria rispetto all’edilizia, alle nuove costruzioni, alle infrastrutture, o più in generale alle pretese di chi considera lo sviluppo solo in termini di continua e totale trasformazione degli ambienti naturali, non solo è sbagliato, ma controproducente dal punto di vista economico e ambientale.
Denunciamo quindi una mancanza di azione, che rende il Parco una specie di foglia di fico per una politica inadeguata e parassitaria. Al contrario vorremmo un progetto di generalizzato rilancio del Parco, con azioni di tutela, salvaguardia e valorizzazione. È chiedere troppo? Noi diciamo che si può fare!

4 ottobre 2013

Giancarlo Trombetta Vice presidente uscente del Consiglio direttivo del Parco dei Castelli Romani
Franco Medici Consigliere uscente del Consiglio direttivo del Parco dei Castelli Romani
Gianfranco Brunetti ex Sindaco di Rocca di Papa
Maria Pia Consoli Italia Nostra Castelli Romani
Enrico Del Vescovo Italia Nostra Castelli Romani
Emanuele Loret Italia Nostra Castelli Romani
Andrea Sebastianelli Associazione culturale Il Piccolo Segno di Rocca di Papa
Luigi Fortini Associazione culturale Il Piccolo Segno di Grottaferrata
Angelo D’Ottavi Associazione U Lengheru Neru di Grottaferrata
Vairo Canterani Associazione Picchio Rosso di Nemi
Carlo Testana Associazione Picchio Rosso di Nemi
Corrado Bisini Associazione La Spinosa di Velletri
Andrea Tupac Mollica Antropologo - Ariccia
Luca Nardi Associazione Salviamo i Castelli Romani
Aldo Morana Consigliere uscente della Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini

7 commenti:

  1. Condivido molti dei richiami e delle denunce di inadempienze. Giusto chiedere con forza ad un Parco di fare davvero il Parco.
    Meno edificante, tuttavia, che tali richieste vengano non soltanto da soggetti al di sopra delle parti ma anche da soggetti che, in qualità di membri del Consiglio Direttivo, si sono fatti paladini di battaglie strumentali avendo contribuito a fare del Parco soltanto una sterile vetrina, Come si può, oggi, ostentare una differenza di vedute e di intenti dopo avere contribuito a rendere il territorio per anni una mera fucina di cemento, innalzando spesse cortine di fumo prive realtà davvero antagoniste e di pura tutela?
    Se oggi il Parco è quell’ente superfluo che è e non quel formidabile baluardo che dovrebbe essere è anche grazie a chi ha spacciato stracci per scudi spaziali e iniziative propagandistiche per azioni avanguardistiche. Non basta scrivere articoli sulle riviste di settore e poi togliersi di mezzo i guai con le chiacchiere prendendosi immeritati applausi. Caracci oggi, Orciuoli ieri, Peduto ieri l’altro, altri in passato… cosa è cambiato?
    Ci vuole più serietà e meno arrivismo.
    L’impegno di tutti dovrebbe essere quello di essere coraggiosi contro i poteri economici e non soltanto degli equilibristi con pochi o nulli scrupoli.
    Anonimo

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    1. il solito refrain "sono tutti uguali" è trito e di comodo. Qualche differenza c'è pur stata, se solo la si vuol cogliere. La gestione del Parco con il Consiglio direttivo presieduto da Peduto, checché se ne dica, è riuscita ad adottare un Piano di Assetto dopo 25 anni di fallimenti. La validità dei contenuti del Piano di Assetto è stata riconosciuta da diverse sentenze del TAR e del Consiglio di Stato e rappresentano uno strumento formidabile per impedire ulteriori devastazioni del territorio, se solo chi deve le sa applicare. Non abbiamo letto sui giornali che il vecchio Commissario Orciuoli ha tentato, invano per fortuna, di restringere i confini del Parco? Allora forse è il caso di essere un po' più prudenti quando si valutano le diverse esperienze di gestione.

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  2. Nessuno dice che il piano d'assetto non sia vigente... sulla sua "validità", intesa come valore, sono meno concorde. Ricalcare vecchi PRG e spacciarli per una difesa dal cemento non è serio, lo ribadisco. E non è un semplice refrain... non siamo tutti uguali, nel bene e nel male. Orciuoli, infatti, è stato un'autentica palla al piede del Parco, ma quegli altri furbi hanno lavorato nell'ombra seppure nello stesso senso. Quando arriverà una gestione coraggiosa e quasi quasi suicida pur di difendere il difendibile allora lo dirò e marcherò la differenza. Per ora, intravedo in questi inviti al nuovo commissario più che altro un tentativo di sottolineare i demeriti altrui per motivi principalmente politici... spero vivamente di sbagliare e di giudicare erroneamente animi in realtà puri.

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  3. Il Piano di Assetto non ricalca semplicemente i vecchi PRG ma in moltissimi casi ne modifica sostanzialmente alcune aree molto delicate. Per questo i Sindaci sono così furibondi con il Parco e vorrebbero tornare ad una gestione dei Comuni. Un esempio solo, visto che sono di Grottaferrata. Il PRG di questo comune prevede la possibilità di edificare sotto il tuscolo in zona pratone. Questa area è tagliata in due da una strada che segna i (nuovi) confini del Parco. L'area a sinistra, edificata dalle cooperative edilizie, è bombardata da richieste di lottizzazione, cosa che sarebbe avvenuta anche per l'area a destra se il Piano di Assetto del Parco non l'avesse trasformata da edificabile ad agricola impedendo per esempio la costruzione di 120 ville. Proprio poco non è, no?

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  4. Eppure, la lettura del "Resoconto attività 2007/2008" pubblicato dal Parco si legge testualmente: "In buona sostanza il Parco non impone alcun nuovo vincolo, ma esercita il controllo per quanto previsto dai
    piani regolatori comunali e dal PTPR, che è appunto un Piano che riguarda l’intera Regione Lazio."
    Sono le parole del Parco, non le mie. Non credo che si possa obiettare. Quindi, il Parco non impone alcun nuovo vincolo, ma fa quello che i comuni hanno deciso... il Parco lo ha scritto.
    E' ovvio, certo, che tra chi vuole tagliare pezzi di parco e chi ne salvaguarda un pochetto tanto per fare qualcosa di nuovo, passi una certa differenza, ma vi assicuro che opporsi realmente al consumo del territorio mediante un "tosto" piano d'assetto avrebbe voluto dire scrivere cose ben più pesanti di quel che è stato scritto. I Castelli sono al collasso e l'unica cosa sensata sarebbe stata scriverlo a chiare lettere e provare almeno a bloccare qualsiasi nuova edificazione (senza giocare sugli indici di cubatura col bilancino), di prelievo d'acqua, di trasformazione del suolo. A me risulta che siano stati chiesti ulteriori soldi ai cittadini per pratiche superflue, che siano state ampliate le offerte turistiche, che vi sia stato un grande lavorio di superficie senza smuovere il fondo. E poi... non mi pare che siano molti i sindaci furibondi... dipende dal colore. Ci sono anche quelli contenti. Non immagino un Peduto contro Frascati, tanto per dirne una.

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  5. Resto sul punto. Le ho fatto un esempio e mi sembra molto chiaro. Quello che ho riportato è un fatto, il resto sono chiacchiere. Che poi si sarebbe potuto, e si possa, fare di più è assolutamente vero. Però le differenze vanno sempre fatte. Il Piano d'assetto del Parco NON è il puzzle dei PRG comunali. E' qualcosa che può essere migliorato? Certo, forse quando la gente smetterà di votare per questa politica.

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  6. Giusto! E speriamo in alternative valide.
    Comunque, per chiudere, anche chiedere 20 euro (a nulla osta) ai cittadini per potere ristrutturare un bagno è un fatto. Un fatto che non mi è piaciuto.
    Nel frattempo, infatti, si poteva continuare a tagliare abusivamente come prima e come ora, senza che nessuno vi ponesse rimedio.

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