Riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo di Pina Modestino del Consiglio direttivo del locale circolo del Pd
E
cosi “il Partito Democratico di Grottaferrata si ritrova”, come
riporta il giornale “Il Mamilio” riferendosi all’incontro con
il Senatore che si è svolto lunedì 14 ottobre all’Istituto
Benedetto XV nella stessa Grottaferrata.
Meno male, viene da dire, visto che negli ultimi anni si era nascosto proprio bene! Nonostante sia stato protagonista della vita politica della città, essendo stato partito maggioritario dell’ultima amministrazione, ed essendo stati gli stessi consiglieri PD (nove su undici) a far decadere la Giunta, sono stati cancellati volti, situazioni, ragioni e sentimenti di un intenso e partecipato periodo politico. Più che cancellate, forse è più corretto dire che non sono mai state scritte le pagine che avrebbero dovuto raccontare l’attività del circolo di tre e più anni. Di tale omissione sono testimone diretta in quanto appartenente al direttivo ma qualsiasi cittadino può rendersene conto facilmente se solo esegue l’operazione più ovvia che si possa eseguire al giorno d’oggi: digitare al computer “Partito Democratico Grottaferrata”. Vi troverà “Sito non attivo. Rimane in linea per le informazioni di carattere pratico che contiene e che possono risultare utili ai visitatori occasionali: indirizzo del circolo, indirizzo email, lista dei consiglieri comunali. Per informazioni ulteriori utilizzare i contatti esistenti.” Capolavoro di sintesi esplicativa che si rivolge non solo agli addetti ai lavori ma bada anche ai “visitatori occasionali”, rimandando naturalmente ma con la dovuta discrezione ai “contatti esistenti” i lettori più curiosi che reclamano “ulteriori informazioni”. Avanti nella stessa pagina web, il nostro lettore troverà annunci piuttosto datati e una scritta a grandi lettere a centro pagina, anch’essa datata ma sempre attuale da vent’anni a questa parte, “Berlusconi dimettiti!!!” Nonostante tale pregnanza politica, comunque chi volesse ritrovare qualche traccia del partito rimarrebbe molto scoraggiato. Non viene riportato un nome, un volto degli appartenenti al circolo e tantomeno è stato fatto all’epoca per dei consiglieri comunali del partito. Nessun simbolo identificativo, nessuna bandiera, nessun colore. (Per intenderci, basta guardare il sito del PD di Frascati, una festa di colori, bandiere, simboli chiari, nomi, cognomi, incarichi politici e i volti.) Perseguire una linea politica con trasparenza e con coerenza senza esporre i propri volti sotto la stessa bandiera, è praticamente impossibile, fittizio o al limite effimero risulta l’obiettivo. Voler agire poi usando un’etichetta nominale ma al di fuori delle sedi istituzionali, significa seguire un percorso tortuoso dagli esiti grotteschi, per cercare di rimanere in bilico sulla linea che divide le varie correnti o addirittura partiti diversi. Nella gestione del circolo del PD di Grottaferrata, a cui io ho partecipato, non è mai stato compiuto un gesto politico che possa definirsi tale, al di fuori di qualche atto burocratico legato alle elezioni o al tesseramento. Ricordo infinite e accalorate riunioni per decidere dettagli insignificanti di uno statuto mai rispettato neppure nei minimi termini. In quella sede, non è stata decisa la passata lista dei consiglieri, tantomeno date indicazioni per il capogruppo. Non è partita dalla sezione la decisione essenzialmente unanime dei consiglieri di far cadere l’amministrazione del proprio colore, compiendo così l’azione più grave che si possa concepire in politica, a meno di soffrire di turbe schizofreniche. Ma forse il fatto ancora più grave e insensato si è verificato all’interno del direttivo dove non c’è mai stata una reale elaborazione politica di questo evento se non una semplice presa d’atto e inutili e tardive dichiarazioni di solidarietà per il sindaco dimissionario. In realtà, nonostante non fosse il primo episodio di palese avversione verso l’amministrazione, non è stata mai messa in discussione la legittimità politica dei consiglieri, (tranne per quattro che hanno abbandonato spontaneamente il partito) tollerando e alla fine subendo del tutto il criticismo del gruppo consiliare. Questo è quanto accaduto nel direttivo inteso come sede ufficiale, e così tutto lascia immaginare che i meccanismi azionati per regolare la politica locale, nulla abbiano a che fare con la struttura nota del partito, e quindi con i suoi codici e con le sue sedi canoniche. In questo caso, la domanda di fondo non solo rimane ma si rafforza. Che senso hanno i partiti? Che senso hanno se tutto avviene sistematicamente al di fuori delle regole, senza rispetto per la forma e con un naturale conseguente svilimento dei contenuti? Questa perdita di significato delle sedi politiche è così inevitabile e forte tanto che viene da chiedersi se sia semplicemente frutto di inettitudine o che non sia proprio questo il principale obiettivo perseguito con precisione e sistematicità.
Meno male, viene da dire, visto che negli ultimi anni si era nascosto proprio bene! Nonostante sia stato protagonista della vita politica della città, essendo stato partito maggioritario dell’ultima amministrazione, ed essendo stati gli stessi consiglieri PD (nove su undici) a far decadere la Giunta, sono stati cancellati volti, situazioni, ragioni e sentimenti di un intenso e partecipato periodo politico. Più che cancellate, forse è più corretto dire che non sono mai state scritte le pagine che avrebbero dovuto raccontare l’attività del circolo di tre e più anni. Di tale omissione sono testimone diretta in quanto appartenente al direttivo ma qualsiasi cittadino può rendersene conto facilmente se solo esegue l’operazione più ovvia che si possa eseguire al giorno d’oggi: digitare al computer “Partito Democratico Grottaferrata”. Vi troverà “Sito non attivo. Rimane in linea per le informazioni di carattere pratico che contiene e che possono risultare utili ai visitatori occasionali: indirizzo del circolo, indirizzo email, lista dei consiglieri comunali. Per informazioni ulteriori utilizzare i contatti esistenti.” Capolavoro di sintesi esplicativa che si rivolge non solo agli addetti ai lavori ma bada anche ai “visitatori occasionali”, rimandando naturalmente ma con la dovuta discrezione ai “contatti esistenti” i lettori più curiosi che reclamano “ulteriori informazioni”. Avanti nella stessa pagina web, il nostro lettore troverà annunci piuttosto datati e una scritta a grandi lettere a centro pagina, anch’essa datata ma sempre attuale da vent’anni a questa parte, “Berlusconi dimettiti!!!” Nonostante tale pregnanza politica, comunque chi volesse ritrovare qualche traccia del partito rimarrebbe molto scoraggiato. Non viene riportato un nome, un volto degli appartenenti al circolo e tantomeno è stato fatto all’epoca per dei consiglieri comunali del partito. Nessun simbolo identificativo, nessuna bandiera, nessun colore. (Per intenderci, basta guardare il sito del PD di Frascati, una festa di colori, bandiere, simboli chiari, nomi, cognomi, incarichi politici e i volti.) Perseguire una linea politica con trasparenza e con coerenza senza esporre i propri volti sotto la stessa bandiera, è praticamente impossibile, fittizio o al limite effimero risulta l’obiettivo. Voler agire poi usando un’etichetta nominale ma al di fuori delle sedi istituzionali, significa seguire un percorso tortuoso dagli esiti grotteschi, per cercare di rimanere in bilico sulla linea che divide le varie correnti o addirittura partiti diversi. Nella gestione del circolo del PD di Grottaferrata, a cui io ho partecipato, non è mai stato compiuto un gesto politico che possa definirsi tale, al di fuori di qualche atto burocratico legato alle elezioni o al tesseramento. Ricordo infinite e accalorate riunioni per decidere dettagli insignificanti di uno statuto mai rispettato neppure nei minimi termini. In quella sede, non è stata decisa la passata lista dei consiglieri, tantomeno date indicazioni per il capogruppo. Non è partita dalla sezione la decisione essenzialmente unanime dei consiglieri di far cadere l’amministrazione del proprio colore, compiendo così l’azione più grave che si possa concepire in politica, a meno di soffrire di turbe schizofreniche. Ma forse il fatto ancora più grave e insensato si è verificato all’interno del direttivo dove non c’è mai stata una reale elaborazione politica di questo evento se non una semplice presa d’atto e inutili e tardive dichiarazioni di solidarietà per il sindaco dimissionario. In realtà, nonostante non fosse il primo episodio di palese avversione verso l’amministrazione, non è stata mai messa in discussione la legittimità politica dei consiglieri, (tranne per quattro che hanno abbandonato spontaneamente il partito) tollerando e alla fine subendo del tutto il criticismo del gruppo consiliare. Questo è quanto accaduto nel direttivo inteso come sede ufficiale, e così tutto lascia immaginare che i meccanismi azionati per regolare la politica locale, nulla abbiano a che fare con la struttura nota del partito, e quindi con i suoi codici e con le sue sedi canoniche. In questo caso, la domanda di fondo non solo rimane ma si rafforza. Che senso hanno i partiti? Che senso hanno se tutto avviene sistematicamente al di fuori delle regole, senza rispetto per la forma e con un naturale conseguente svilimento dei contenuti? Questa perdita di significato delle sedi politiche è così inevitabile e forte tanto che viene da chiedersi se sia semplicemente frutto di inettitudine o che non sia proprio questo il principale obiettivo perseguito con precisione e sistematicità.
Ora però il partito si è
ritrovato, e non passa giorno che sui giornali locali non appaiano
foto e dichiarazioni di ex consiglieri, sorridenti e rassicuranti sul
futuro del partito, su quanto sia forte e su quanto c’è da
lavorare. Ora una nuova stagione ricomincia e la vecchia è
dimenticata e per verificarlo tornano utili gli incontri, i dibattiti
e perfino qualche sondaggio telefonico tra conoscenti e iscritti per
verificare che i fatti antichi siano stati rimossi. Sondaggi non solo
fruttuosi per costruire l’immagine futura più efficace ma anche
rincuoranti dato che aiutano a capire che i fatti passati più che
dimenticati, nel bene e nel male, non sono mai stati noti. Ora la
parola d’ordine è rimescolare bene le carte, ma con un mazzo così
non credo si possa giocare una vera partita, al massimo il solito
sconsolato solitario.
Pina Modestino
Commento della redazione
L'articolo pubblicato
ci è stato inviato da Pina Modestino esponente del circolo PD di
Grottaferrata e membro del Consiglio Direttivo. Una analisi amara e
soprattutto sfiduciata, che conferma tutte le impressioni che abbiamo
più volte sottolineato sul nostro giornale. Il Pd, e in particolare
il Circolo di Grottaferrata, non rappresenta più gli interessi, le
aspettative, le speranze degli elettori di centro-sinistra. Al
contrario è un partito governato dai personaggi, incapace di
dibattito interno e di elaborazione culturale e politica. Ora di
questo comincia ad esserci consapevolezza anche nel quadro dirigente
del circolo locale. Quando si arriva a questo punto si è alla
frutta; malgrado i tentativi dell'ultima ora di riaprire i giochi con
presunte iniziative dal basso ed esterne al circolo per rendere
presentabile una proposta politica ormai dissolta.
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