martedì 27 marzo 2012

Che fine hanno fatto gli Orti Sociali? L’indolenza amministrativa di una maggioranza sciatta.


Da circa un anno è nata a Grottaferrata un’associazione culturale: U Lengheru Neru. Il nome rimanda ad uno “spiritello” vivace, dispettoso e alquanto trasandato, caro alla cultura popolare grottaferratese e più in generale castellana.
L’associazione si è distinta per la capacità propositiva su temi di carattere sociale. Le proposte avanzate sono finalizzate da un lato a favorire spazi di socializzazione tra cittadini e dall’altro a riscoprire e valorizzare storie, percorsi, tradizioni, memorie.
Proposte articolate, serie, dettagliate e attuabili con limitatissime risorse finanziarie.
Una di queste proposte è relativa agli “Orti Sociali”. Di cosa si tratta? Si tratta di individuare delle aree, preferibilmente pubbliche, inutilizzate, per ripulirle, dividerle in piccoli lotti di una cinquantina di metri quadrati, assegnarle per un tempo definito e attraverso un bando a cittadini e/o scuole che ne facciano richiesta, per essere coltivate. Gli Orti Sociali stanno nascendo in moltissime città e paesi; c’è un progetto di “Slow Food” che coinvolge diverse scuole che si chiama “Orto in condotta” e che sta riscuotendo molto successo. Una proposta intelligente che recupera terreni abbandonati, li mette a frutto e favorisce lo sviluppo delle relazioni interpersonali tra i cittadini, oltre ad offrire un’opportunità per coinvolgere i giovani alunni delle scuole in una apprezzabile attività educativa. 
Un’amministrazione di centro-sinistra dovrebbe avere le antenne ipersensibili a queste tematiche, anzi, dovrebbe esserne la promotrice essa stessa; e invece questa proposta viene avanzata da un’associazione che mette a disposizione idee e disponibilità a svolgere il lavoro in termini di volontariato senza alcun onere per se stessa.
Il 6 marzo 2011 – oltre un anno fa – la proposta di Orti Sociali viene inviata al Sindaco e alla Giunta e presentata pubblicamente, dall’associazione, il 15 aprile dello stesso anno presso il teatro del Sacro Cuore.
A che punto siamo? In altissimo mare.
Vediamo di ricostruire brevemente che cosa è successo. Al tempo della formalizzazione della proposta da parte de U Lengheru neru, l’amministrazione comunale era intenta a dirimere la questione relativa a quello che è stato definito l’Ecocentro (o Isola Ecologica), vale a dire la necessità di individuare un’area dove poter attivare lo stoccaggio della raccolta differenziata per il successivo smaltimento e dove probabilmente anche stoccare cassonetti, camion e attrezzature varie. Come sappiamo l’individuazione di queste aree mette sempre la popolazione in allarme, ma è anche un obbligo di legge che deve essere onorato. L’amministrazione si era “incartata” individuando prima un’area poi un’altra. Polemiche a non finire, poi… È arrivata la proposta di Orti Sociali de U Lengheru Neru, che individuava un’area di proprietà comunale di circa cinque ettari proprio sopra il “Parco degli Squarciarelli”, in posizione ottimale. Un’area pubblica, non utilizzata e dunque libera e immediatamente disponibile. A qualche cervellone del comune di Grottaferrata devono essere venuti i cinque minuti di genialità e cosa ha fatto? Ha detto, caro Lengheru Neru la vostra proposta va bene, anzi benissimo, però in quell’area ci verranno non solo gli Orti Sociali, ma anche l’Ecodiscarica. O così o niente Orti.
Ci viene il legittimo dubbio che Sindaco e compagnia bella, non sapessero nemmeno dell’esistenza di quest’area comunale, altrimenti perché non l’hanno proposta prima? L’impressione è che abbiano preso al balzo la proposta de U Lengheru Neru e con un’operazione di “greenwashing”, hanno messo insieme Orti Sociali e Ecodiscarica per “contenere” l’opposizione della cittadinanza a quest’ultima.
Orti e Ecodiscarica sono stati presentati in un unico progetto alla Regione Lazio. Ci vorrà almeno un anno e mezzo per avere l’approvazione del progetto da parte della Regione; la domanda è perché intanto non viene dato il via alla realizzazione degli Orti Sociali, visto che i soldi necessari per attivarli sono minimi e l’associazione U Lengheru Neru è disposta a lavorare gratuitamente?
Perché questa ignavia politica? Perché questo atteggiamento di indolenza amministrativa? Egregio Sindaco, cari assessori, perché la vostra amministrazione non riesce a fare una cosa semplice, socialmente utile, politicamente conveniente? Dimostrando, al contrario, di essereì incapace di accogliere le idee positive che provengono dalla società civile?
Enrico Tullio Pizzicannella







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