Dopo le
ultime elezioni politiche nazionali il PD ha inanellato una serie di
sconcertanti errori politici, figli più che di insipienza tattica di un
evidente gap di strategia. Al PD manca una visione politica generale, un
progetto di società. Troppe anime, tra di loro alternative al punto che marcano
uno stand by politico che lascia disorientato il suo tradizionale elettorato.
Il risultato è una confusa politica consociativa, mancanza di iniziativa,
inasprimento di lotte di potere interne, un arrancare dietro le spinte
populiste del suo alleato-nemico PDL.
Credo
che il PD stia mancando una storica occasione, quella di divenire punto di
riferimento culturale, oltre che politico, di tutti coloro che in Italia
aspirano ad una società giusta, laica, solidale, inclusiva.
Il
punto è proprio questo: il PD può aspirare ad esercitare questo ruolo?
Personalmente non ne sono convinto. Ci sarebbe bisogno di uno stravolgimento
interno poderoso che al momento però, pur se desiderato dalla stragrande
maggioranza del suo elettorato, è bloccato dal suo apparato. L'alternativa che
viene presentata come la panacea per far tornare vincente il PD è il sindaco di
Firenze Matteo Renzi, ed è tutto dire. Una alternativa che non convince affatto
e che sembra corrispondere ad una sorta di "infatuazione del personaggio",
soluzione taumaturgica di tutti i mali.
Riferendosi
al "partito liquido" dice bene Fabrizio Barca: vetrina dove sono in mostra
manichini e prodotti dell’“offerta politica".
Interessante
il quadro che ne fa Andrea Scanzi sul “Fatto Quotidiano”: “...Sono però
molto lontano da lui, sia per il mondo che rappresenta (lo yuppismo, la
frivolezza furbina, il piacionismo bipartisan, la ribellione annacquata) e sia
per le sue idee politiche sostanzialmente di destra, anzitutto a livello economico
(infatti amava Fornero e Marchionne). In un paese normale, Renzi sarebbe l’erede naturale (e
assai più accettabile) di Berlusconi. In un paese schizofrenico, viene
spacciato per leader di centrosinistra. Follia.
Se
questo è il quadro generale, il quadro locale appare, se possibile, ancor più
sconfortante. In questi anni di Amministrazione di centro-sinistra a
Grottaferrata, il PD non è mai riuscito a svolgere il benché minimo ruolo di
catalizzatore politico, tanto che protagonismi sovradimensionati da un lato
(leggi Sindaco) e personalismi di uomini chiave dall'altro, hanno prodotto
l'implosione della maggioranza. Il centro-sinistra non riesce più a governare a
Grottaferrata (è la seconda volta consecutiva che una maggioranza di
centro-sinistra termina prima del tempo il suo mandato). Non esiste il
partito-guida e il PD si è trasformato in "partito delle tessere";
con signorie in lotta perpetua e alla ricerca di esasperati personalismi
piuttosto che di visione condivisa.
In
questi anni la politica del centro-sinistra si è incentrata (sarebbe meglio
dire inceppata)
soprattutto, se non esclusivamente, nella ricerca del candidato che potesse
vincere le elezioni. Ma a cosa serve vincere se poi non si dispone di un
progetto politico condiviso e alle prime difficoltà salta il banco? Per Grottaferrata,
come per l'Italia serve un raggruppamento politico che si saldi su una visione
del governo della cosa pubblica fondato sui beni comuni, sulla sostenibilità
ambientale, sulla riqualificazione del tessuto urbano e sociale. Un progetto
esplicitato che definisca, contorni operativi, obiettivi da raggiungere, campo
di appartenenza; e
soprattutto - citando Marco
Revelli - il dichiarato
proposito di una discontinuità netta di linguaggio, pratiche e facce con
l’abbandono dei bizantinismi attuali. Fuori da ciò, ne sono più che mai
convinto, se si rimane entro le mura sempre più soffocanti di Bisanzio, ogni
giorno perduto è un passo verso la caduta.
Il
documento del circolo di SEL di Grottaferrata centra l'obiettivo. Mi sembra
importante la disponibilità alla rinuncia alle attuali appartenenze per dare
corpo ad un blocco sociale che metta insieme i democratici, le donne e gli
uomini di sinistra, i soggetti politici nuovi come M5S, le risorse
dell'associazionismo e del volontariato.
L'elettorato
deluso dal PD, deve avere l'opportunità di non vedere tramontata la speranza
per una politica diversa. Riflettano su questo quanti, anche all'interno
dell'attuale PD, non si ritrovano più nelle esasperate ed esasperanti dinamiche
personalistiche e si schierino anche loro apertamente per questa nuova stagione
politica. È per il bene comune.
Enrico Tullio Pizzicannella
Enrico Tullio Pizzicannella
Ho letto l'articolo con il solito interesse e penso che sia fatto bene, come sempre. Vorrei, comunque, fare una precisazione che ritengo doverosa e importante circa " (è la seconda volta consecutiva che una maggioranza di centro-sinistra termina prima del tempo il suo mandato).
RispondiEliminaNella nostra esperienza, 2000-2004, avevamo una precisa idea della città e il centro-sinistra era in effetti unito e l'amministrazione non è riuscita a concludere il suo mandato proprio difendendo quell'idea e non scendendo a compromessi. In quel caso, il problema era a monte: non si possono fare coalizioni con tronconi, anche se forti come lo era il girasole che, pur avendo anche persone serie nasceva con lo scopo di condizionare fortemente l'urbanistica.Quelle liste che servono per aggiungere voti ma poi portano idee non condivisibili. In quel caso il centrosinistra era unito. Quella esperienza è stata una diga, che una volta bucata anche e sopratutto con il contrinuto determinante della margherita è crollata e ha permesso negli anni a venire il crollo totale a Grottaferrata, politico, urbanistico, morale ecc.
Un caro saluto Angelo Viticchié
Leggendo, e non conoscendo l'eventuale curriculum dello scrittore, ci troviamo di fronte ad una analisi realistica che purtroppo rispecchia analoghe situazioni - diciamo a livello castellano -. Quello che ancora viene chiamato partito determina, almeno per gli attempati, un richiamo ai principi o lotte che hanno caratterizzato il passato, per cui almeno per loro, ancora svolgono un ruolo o quanto meno se pubblicano o attuano una iniziativa risultano essere attrazione. Le associazioni svolgono un ruolo in una piccola parte della società, normalmente sono caratterizzate da uno spirito di superiorità verso gli altri e verso le altre associazioni, il che esclude la possibilità di un programma comune. D'altro canto i singoli, i partiti, le associazioni si trovano di fronte alla difficoltà di poter attrarre l'attenzione dei residenti e quindi dei potenziali elettori.
RispondiEliminaSe questo vi sembra realistico è necessario mutare il modo di pensare immaginando che politica è ascoltare i problemi degli altri e farsene portatore, sia se si risolvono oppure no. Il rapporto continuo esprime democraticità di pensiero e di azione. Siamo pronti?
Dopo aver letto l'ennesimo articolo sullo stato della politica a Grottaferrata credo che sia doveroso puntualizzare quanto segue:
RispondiEliminaDa un po' di anni mi interesso dei problemi connessi alla vivibilità della nostra cittadina e dagli stessi anni combatto una politica fatta solo di "chiacchiere" che rispecchia quella Nazionale. Si fa politica per interessi personali e quello che più preoccupa è che i nostri rappresentanti sono stati eletti con la ricerca del voto attraverso l'amico dell'amico. Il risultato è che, fatta eccezione per taluno, la rappresentanza è formata da persone che antepongono il credo politico al reale fabbisogno dei cittadini. Credo che per le prossime elezioni del Sindaco dovrà necessariamente nascere una lista civica i cui componenti dovranno dimostrare di non avere conflitti di interessi e abbiano la volontà di appartenere ad una giunta pragmatica che si prefigga le priorità di intervento, anche con decisioni impopolari, che rispecchino le attese dei "bravi" cittadini. Abbiamo un Comune dove la burocrazia la fa da padrone e dove il contenzioso diventa una normale pratica istituzionale. Esempio: una semplice autorizzazione paesaggistica si ritira dopo circa 4 mesi; un contenzioso per un rimborso dovuto, emesso con sentenza del Tribunale, è durato 13 anni con procrastinazioni nel tempo con le scuse più varie.
Personalmente sono stufo di sentir parlare di politica attraverso personaggi, sempre gli stessi, che hanno portato la nostra cittadina ad un degrado generalizzato sia sociale che politico. A tutto ciò mi ribello e chiedo a quanti leggono questo commento di fare una pausa di riflessione su ciò che ci aspetta ad Aprile 2014 valutando opportunamente le persone qualificate che dovranno essere i futuri amministratori.
Ing. Riccardo Fulvi - riccardo45.fulvi@alice.it - Tel. 0694315673