sabato 4 gennaio 2014

A proposito di elezioni grottaferratesi

Fabrizio Giusti sul Mamilio riflette sulle prossime elezioni grottaferratesi. La sua tesi è questa: Grottaferrata è un paese in crisi. Ristorazione, Commercio, Mercato immobiliare sono fermi. Nella cittadina più ricca dei Castelli la crisi si fa sentire eccome! Dunque, conclude Giusti, parlare di Urbanistica e di Rifiuti zero in queste elezioni conta poco; occorre non solo dare risposte politiche ma sociali ed economiche; (come se le risposte “sociali ed economiche” non presuppongano scelte che, inevitabilmente, sono politiche).
L'analisi di Giusti merita però attenzione.
È proprio vero che Urbanistica e Rifiuti siano argomenti che c'entrano poco nel confronto amministrativo delle prossime elezioni grottaferratesi? Che tipo di risposte possono dare i Comuni alla crisi generale considerato che sono proprio loro i primi a subire le conseguenze delle inique leggi di stabilità che tagliano risorse e servizi?
Se gli esercizi commerciali chiudono non si può addossarne la responsabilità ai Comuni. La crisi è una crisi di sistema, di modello economico globale; pensare si possa tornare alla situazione pre-crisi è pia illusione. Senza un profondo cambiamento degli stili di vita non si andrà da nessuna parte. Ridefinire le priorità, mettendo al primo posto sostenibilità ambientale, sobrietà, lotta allo spreco, qualificare piuttosto che quantificare; tutti valori immateriali che fanno la differenza e sui quali i Comuni possono dire la loro.
Affermare che in queste elezioni la “discussione sull'urbanistica sia fuori luogo” è un errore. Grottaferrata ha un PRG vecchio di 40 anni. L'incapacità di aggiornare questo strumento urbanistico per renderlo adeguato alle esigenze dell'oggi, ha comportato guasti enormi al territorio, una urbanizzazione diffusa ed estensiva con maggiori costi sociali per servizi ed infrastrutture che alla fine pagano tutti i cittadini. Oggi a Grottaferrata, malgrado la caduta verticale del mercato immobiliare e l'invenduto, sono tra 150 e 200mila i metri cubi già richiesti dai privati per l'edificazione. Significa 1000/1500 abitanti, a cui vanno poi portati i servizi e le infrastrutture con elevati costi che paghiamo noi cittadini; e chi altri sennò! Già perché gli oneri di urbanizzazione, vengono utilizzati dai Comuni per le spese correnti, visto che non ci sono soldi. Tappare un buco oggi per averne dieci domani. Questa è politica della lungimiranza o è un suicidio amministrativo programmato? Dunque andare a prevedere ulteriore consumo di suolo per costruire ulteriori case per avere ulteriori abitanti per consentire ulteriori guadagni per pochi, non è la strada da perseguire, proprio il contrario: Consumo Zero di suolo.
L'abusivismo è un fenomeno deleterio; è comunque una pratica costosissima per i cittadini, perché l'italianissimo vizio di mettere sempre qualche pezza a posteriori - leggi condoni o pseudo perimetrazioni - non solo premia chi non rispetta le regole (e questo è disastroso sul piano etico ed educativo) ma “costringe” la Comunità dei cittadini a caricarsi i costi dell'abusivismo in termini sia dei soliti servizi sia delle solite infrastrutture. Lotta irrinunciabile e senza quartiere all'abusivismo è la strada da perseguire.
Le questioni “urbanistiche” sono tante e complesse, ma già questi due esempi generali fanno comprendere quanti soldi pubblici ci sono in ballo e dunque, parlarne e prendere posizione, non mi pare proprio sia “fuori luogo”.
Vogliamo parlare di rifiuti? Del fatto che se si riuscisse ad ottenere un risultato del 75% di raccolta differenziata si potrebbe conseguire un abbattimento dei costi a vantaggio di tutti? A differenza di quello che abbiamo subito nella passata amministrazione nella quale non si è riusciti neanche a trovare un'area per l'isola ecologica dopo averne cambiate tre? La proposta del Circolo Zero Waste sui Rifiuti Zero è una risposta su come si possa far risparmiare denaro ai cittadini, su come si possono avviare sistemi di recupero del rifiuto per creare posti di lavoro, insomma su come si possa trasformare i Rifiuti da problema a risorsa. Capisco che il tema appaia poco avvincente ma anche qui, stiamo parlando di “ciccia”, delle tasche – e degli interessi - dei cittadini.

Grottaferrata ha delle vocazioni naturali: cultura, cibo, vino. È innanzitutto su queste vocazioni che andrebbe declinata la politica e le scelte amministrative anche al fine della creazione di un indotto che offra opportunità di lavoro per tutti: la valorizzazione e promozione dei valori di Grottaferrata. Una corretta politica di gestione territoriale ne è il presupposto fondamentale. Poi occorre lavorare per costruire proposte credibili e realizzabili che traducano in realtà un'idea di città nuova.

Enrico Tullio Pizzicannella

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