Sembra incredibile ma Domenica 26 gennaio, chiunque
avesse voluto recarsi al Tuscolo non poteva farlo. La strada provinciale che dalla via Anagnina
sale verso il Tuscolo, era interdetta al traffico veicolare. Motivo? Era in
corso niente di meno che una gara di rally. Veloci e rumorosissime automobili
sfrecciavano lungo la strada provinciale, tra boschi, prati e colline.
Luoghi di pregio paesaggistico, ambientale e archeologico
erano incredibilmente trasformati in un circuito per auto da corsa. Un fatto
assurdo, ingiustificabile sotto tutti i punti di vista.
È appena il caso di sottolineare che il Tuscolo è una
delle aree di maggior pregio dei Castelli Romani, certamente di Grottaferrata,
soggetto a tutti i vincoli possibili, di proprietà di un Ente pubblico come la
Comunità Montana dei Castelli Romani che ne ha fatto un Parco Archeologico con
grande enfasi, e soprattutto è inserito all’interno del perimetro del Parco Regionale
dei Castelli Romani, un Ente cioè che ha, per legge, l’obiettivo specifico di
tutelare l’ambiente naturale e gli equilibri eco sistemici.
Immaginiamo che gli organizzatori del “Rally del Tuscolo”
abbiano ottenuto tutti i permessi e le autorizzazioni del caso visto anche la
presenza della Polizia municipale. Ci chiediamo come sia stato possibile
autorizzare una gara che ha un impatto ambientale così pesante sugli equilibri naturali,
anche solo considerando la presenza di una consolidata fauna selvatica.
Impedire ai cittadini di poter fruire un luogo generalmente molto frequentato
specie la domenica mattina per consentire ad un gruppo, peraltro esiguo, di
appassionati di scorazzare in lungo e in largo con le loro automobili da corsa,
ci indigna profondamente. Chiediamo ai responsabili degli Enti preposti alla
tutela, come sia stato possibile autorizzare lo svolgimento di una così pesante
manifestazione per auto da corsa in un ambiente come quello tuscolano che
dovrebbe, al contrario, essere proprio salvaguardato da simili eventi.
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