giovedì 2 gennaio 2014

Natale è passato

di Giovanni Pellegrini


Natale è passato.
Negli ovili non c’è più un abbacchio. Restano le pecore e una moltitudine di pecoroni, di destra e di sinistra, che cercano un pastore e immancabilmente finiscono sul bancone di un macellaio pensando che gli porti fortuna.
I pecoroni che sono finiti sul bancone di Grillo si contano ormai sulle dita. Erano un esercito, le cazzate del loro capo e dei loro rappresentanti li hanno ridotti a un manipolo e dei manipoli hanno l’arroganza e la prepotenza. Basta frequentare il loro blog e non si ha più bisogno del bicarbonato per digerire o vomitare tutto quello che si è mangiato per le feste. Insulti, minacce di morte, calunnie vergognose a chi non la pensa come loro. Pensatela come vi pare, ma se l’alternativa è questa meglio uno, dieci, cento, mille Letti, dove si dorme, ma qualche volta si scopa pure.
Natale è passato.
I commercianti si lamentano che i pecoroni non comprano più come una volta. Erano pronti, come ogni anno a tosarli per benino, ma gli è andata male. Le pecore, sfinite dalla miseria, non danno più lana. Era ora. Per due motivi, il primo perché forse è il momento di riscoprire una virtù di cui si sono perse le tracce dall’antica Roma, la probità. Il secondo perché dopo essersi spropositamente arricchiti a spese delle pecore per anni, con il raddoppio dei prezzi coll’entrata nell’euro e con l’evasione sistematica è arrivato il momento di attingere al gruzzolo che si sono portati alle Caiman.
Natale è passato.
Non me la sento, però, di farvi gli auguri. A che pro? Tanto nessuno potrà sottrarvi al vostro destino. Però no, un augurio ve lo posso fare: Scoprire l’utilità dell’inutile. L’ho scoperta leggendo un delizioso saggio che mi hanno regalato per Natale. Cercando l’utile perdiamo la capacità di riconoscere l’inutile che è necessario per arrivare all’essenziale, per capire il perché siamo al mondo e come poterci stare felici o almeno in modo piacevole.
Secondo la concezione prevalente utile è il profitto, il denaro, la ricchezza, il potere, che ci consentono di avere molte cose. Inutile è la letteratura, l’arte, la filosofia, la poesia, che consentono oltre che a conoscere bene se stessi anche a conoscere la bellezza che, in qualsiasi modo sia espressa, è l’unica vera fonte di felicità in questo mondo.

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