sabato 19 gennaio 2013

Da Capodarco un messaggio di speranza


Premessa.
In un mondo sconvolto da crisi epocali, di cui non si intravvede la soluzione, dobbiamo trovare insieme, cari amici, motivi di speranza.

Noi di Capodarco, facendo leva sulla nostra esperienza di lavoro nel sociale, vogliamo proporre una riflessione articolata e delineare una serie di azioni concrete volte alla creazione di un Movimento di Speranza.

La Strategia.
Dobbiamo unire le forze. Tutti: gli amici di Capodarco, i giovani che ruotano attorno a noi, le famiglie coinvolte con le nostre realtà, la  Fondazione “Prima del Dopo”, i comunitari di Roma e del resto d’Italia, i gruppi associati, i movimenti collegati al nostro lavoro sul territorio, i cittadini, le istituzioni e gli enti locali dei Castelli Romani con cui interloquiamo da tempo.
Dobbiamo associarci per analizzare prima, capire, quindi agire di conseguenza, in un vero movimento di appartenenza di idee e azioni. Ecco perché è nato Capodarco Comunica.

Analizzare e capire.
Per tutti questi motivi vi invitiamo perciò al convegno nazionale da noi organizzato il 23 gennaio alle ore 17 nella sede della Camera dei Deputati a Roma (Sala delle Colonne). Abbiamo ascoltato tutti come il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con toni accorati abbia parlato di “una vera e propria questione sociale da porre al centro dell’attenzione e dell’azione pubblica…questione sociale … che bisogna sentire nel profondo della nostra coscienza, e di cui ci si deve fare carico e mostrarsi umanamente partecipi. La politica, soprattutto, non può affermare il suo ruolo se le manca questo sentimento, questa capacità di condivisione umana e morale…
È proprio qui, su questi accenti che dobbiamo riflettere, perché la politica attuale, mancando del sentimento della condivisione, ha portato a “corrodere la coesione sociale”.
È necessaria dunque una nuova visione della politica, un sentire diverso (magistrale la lezione di Benigni sulla Costituzione), che affrontino sino in fondo il cambiamento del sistema economico che ci ha spinti nel baratro della crisi attuale.
Noi di Capodarco, che abbiamo vissuto in prima persona il nascere del welfare sociale e ora assistiamo al suo veloce annientamento, diciamo che la causa della crisi risiede nella assenza di una politica al servizio dell’uomo.
I latino-americani insegnano che la tutta la modernità è stata basata sulla negazione dell’Altro.

Il 23 Gennaio alle ore 17 a riflettere con noi alla Camera dei Deputati ci saranno docenti universitari, come il professor Roberto Mancini di Macerata, e la professoressa Giovanna Rossi della Cattolica di Milano. Il professor Mancini, docente di Filosofia Teoretica, da tempo parla della necessità di una nuova concezione dell’azione politica e di un risveglio corale delle coscienze da realizzare mediante una strategia che parta dal basso e  coinvolga tutti.
Da una economia sociale che conduce dal profitto al dono, dalla proprietà all’affidamento responsabile, dalla accumulazione alla condivisione, dalla competizione alla cooperazione, dalla flessibilità alla dignità, dall’esclusione all’ospitalità reciproca…”.
Il Convegno affronterà anche il nodo della famiglia quale protagonista  centrale dell’azione sociale attraverso le analisi della professoressa Giovanna Rossi.
Parleremo infine del nostro lavoro con i giovani del Nord e del Sud del Mondo, nonché del modello di sviluppo socio-sanitario di Capodarco affermatosi negli anni, ma oggi in grave difficoltà.
Noi di Capodarco affermiamo che i poveri della Terra e tutte le categorie deboli del territorio, UNITI nella lotta per la dignità, possono rappresentare un modello per la soluzione della gravissima crisi attuale, perché,  riscattandosi dai loro mali, sono in grado di restituire un volto umano allo sviluppo, rivoluzionando l’intera economia.
Lo sviluppo (NON equo e NON sostenibile) oggi corre pericoli gravissimi, e la Natura, con le sue convulsioni ci ammonisce da decenni. Eppure noi restiamo sordi e ciechi di fronte a tanti segnali.
Diritti umani negati e bisogno di giustizia universale impongono delle scelte non più rinviabili, così come avanza di pari passo la necessità di educare le nuove generazioni affinché esse reagiscano a tanti mali.
Al riguardo il Presidente della Repubblica ammonisce “importante è che soprattutto tra i giovani si manifesti insieme con la polemica e l'indignazione, la voglia di reagire, la volontà di partecipare a un moto di cambiamento e di aprirsi delle strade.”
Quali strade? Capodarco, oltre alla riflessione critica, ne propone due: quella del Globale e quella del Locale.

Spostarsi per cambiare.
Come dice il professor Roberto Mancini “Chi vuole agire per l’altra politica come chiave dell’inveramento della democrazia non può restare esistenzialmente, mentalmente com’è. Deve spostarsi verso il confine dove incontra le vittime, i respinti, quelli che sono resi ultimi dalla politica di sopraffazione
Nei prossimi mesi partiremo per l’Africa per aiutare i giovani del Movimento MAEJT. Il progetto verrà avviato concretamente aiutando lo sviluppo di una grande fattoria in Costa d’Avorio, secondo il modello dell’agricoltura sociale, di cui Capodarco è da oltre 40 anni portatore. Perché la salvezza dalla crisi può nascere solo da uno scambio tra Nord e Sud del Mondo, da realizzare attraverso un vero partenariato. Dunque l’Africa che aiuta l’Europa a ritrovare la com-passione e la giustizia, e l’Europa che abbraccia l’Africa, perché la vera globalizzazione risiede nella cooperazione e non nello sfruttamento.
Costruire processi di liberazione attraverso la creazione di CASE FAMIGLIA. Le case famiglia sono oggi necessarie per far maturare l’autonomia dei ragazzi disabili soprattutto in vista del tempo in cui non ci saranno più i loro genitori. I disabili, che Capodarco ha sempre valorizzato nel loro processo di inserimento sociale, hanno bisogno di essere cittadini di una società accogliente, armonica, in grado di superare l’isolamento delle famiglie.
La nostra esperienza della Casa Famiglia Milly & Memmo di Grottaferrata può funzionare da vero apripista per l’integrazione dei disabili, ma anche per far crescere una nuova coscienza sociale e politica delle giovani generazioni, le quali coinvolgendosi con i disabili nello sviluppo dell’impresa sociale, siano in grado successivamente di gestire il bene comune.
L’altra politica prende vita se si attivano esperienze di autoaiuto sociale, in cui ci sono comunità di persone che iniziano a costruire almeno una parte delle risposte ai bisogni e ai diritti negati”. (R. Mancini).

L’appello.
Cari Amici tutti, nello spirito e nella prassi di Capodarco seguitiamo a sognare, aiutando i giovani ad avere una visione critica ed acuta del cambiamento necessario, responsabilizzandoli verso gli ultimi in una nuova visione del welfare.
Per questo siete tutti invitati a riflettere insieme a noi in occasione del convegno del 23 Gennaio e ad estendete l’invito a più gente possibile.
Seguite anche la nostra rubrica televisiva sulle case famiglia in onda su RomaUno (canale 11 del digitale terrestre), ogni giovedì alle 13.30, (replica ogni venerdì alle 8.30).
Questo stesso programma infine costituirà la base dell’Agenda Capodarco, che sarà nostra cura inviare al più gran numero di persone possibili, in vista delle elezioni ormai vicine, per una nuova politica che parta dal “servizio all’Uomo di tutti”, così come recita il nostro Statuto.

Don Franco Monterubbianesi
Fondatore Comunità di Capodarco

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