La speculazione sul territorio. Cartabrutta
Pratone
Ing. Roberto Andreani
Un esempio emblematico di quello che si è verificato e sta avvenendo sul territorio di Grottaferrata, e più in generale dei Castelli, è dato dall’aggressione al comprensorio Pratone - Cartabrutta. Questo comprensorio si trova all’interno di una tipica caldera del vulcano laziale, un altopiano a circa
Sulla base del
Piano Regolatore Generale di Grottaferrata del 1972, delle cui sconfortanti
vicissitudini parla diffusamente l’articolo del Dott. Giovanni Caso, vi venne
edificato il quartiere della legge 167 che trasformò una parte dei prati in una
zona urbana densamente abitata. A seguire, senza alcuna apparente ordinata e
logica pianificazione e, in qualche caso, come per le edificazioni ricadenti
sotto i patti territoriali, per imposizione dall’esterno (Provincia), è stato
permesso l’insediamento sul territorio di lottizzazioni (“Il ciliegio”, “Il
Pratone”), nonché di gruppi di ville, villette e abitazioni isolate.
L’intera zona è
stata trasformata in un territorio in via di degrado, che alterna spazi verdi,
spesso apparentemente abbandonati, ad aree edificate che lo coprono a macchia
di leopardo, con un traffico intenso e convulso che percorre tutte le strade e
i viottoli esistenti, accuratamente preservati nelle loro dimensioni storiche!
Tuttora si continua a concedere indiscriminatamente permessi di costruire
dovunque e comunque.
Al di là di via
di Rocca di Papa, un’ampia fascia di territorio rientrante nel perimetro del
Parco dei Castelli è tuttora oggetto delle mire della Cooperativa 44, benchè
l’ultimo tentativo di renderla edificabile sia stato respinto da una sentenza,
che appare definitiva, del Consiglio di Stato. Se anche questa fascia di Parco
venisse edificata, ci si troverebbe a ridosso della Molara, che sarebbe
inevitabilmente oggetto della prossima ondata di cemento. Nel frattempo la zona
è già oggetto di edificazioni abusive in assenza di controlli da parte del
Comune e del Parco.
La Regione
Lazio, nel 2009, sia pure con tre anni di ritardo, ha finalmente recepito la
legislazione nazionale in tema di difesa dell’ambiente. La nuova legislazione regionale stabilisce che nuovi
piani di lottizzazione che vadano ad interessare territori di particolare pregio
ambientale, nei quali siano presenti delle criticità che potrebbero venire
aggravate in caso di nuove edificazioni, debbono essere sottoposti ad una
Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Il processo di VAS richiede ai
proponenti di predisporre un Rapporto Ambientale che studi l’impatto
sull’ambiente delle nuove opere e delle relative infrastrutture. Questo
Rapporto viene valutato dal Comune unitamente al Progetto di lottizzazione ai
fini della sua adozione o meno. Se viene adottato, il Comune lo deve trasmettere
alla competente Direzione della Regione, che
lo pubblica sul suo Bollettino e sul suo sito web. Vi sono 60 giorni per
le osservazioni da parte di tutti gli interessati, dopodiché la Regione fa le
proprie valutazioni, che possono portare anche a una richiesta di modifica del
Piano per adeguarlo alle esigenze di tutela dell’ambiente e del territorio.
Le tre
lottizzazioni attualmente proposte, se fossero approvate, completerebbero l’occupazione
e cementificazione di tutto il comprensorio tra il Fosso dei Latroni e via di Rocca di Papa. Una di esse:
“Colle della Noce”, di medie dimensioni, 12530 mc edificati, circa 160 nuovi
residenti, ha ottenuto il permesso di costruire dal Commissario Prefettizio
alle ore 19 del 23 Dicembre 2004. Per ragioni di urgenza, il permesso veniva
reso immediatamente operativo senza nemmeno attendere i quindici giorni di
pubblicazione sull’albo pretorio per le eventuali osservazioni. Dopodiché, si
sono attesi sette anni senza far nulla e ora sono in corso le opere di urbanizzazione,
senza che sia stata effettuata alcuna valutazione di impatto ambientale delle
future costruzioni. Per le altre due: “Cartabrutta”, 37300 mc, circa 530 nuovi
residenti; “Piana del Pratone 2” ,
6100 mc, circa 100 nuovi residenti, è in
corso la procedura di VAS in quanto prima il Comune, poi la Regione, hanno
individuato una serie di criticità che affliggono il comprensorio Cartabrutta
Pratone e che verrebbero accentuate dai nuovi Piani.
Le elenco
brevemente: Viabilità: per la sua conformazione orografica, il comprensorio ha
due sole uscite verso Grottaferrata e Roma, principali destinazioni verso cui gravitano gli interessi dei
residenti: Squarciarelli e la strettoia di via di Rocca di Papa. Anche
ulteriori aperture, ponti sul fosso dei Latroni, altre strade di collegamento
con via di Frascati, terminerebbero sempre a Squarciarelli o sull’ Anagnina,
già di per sé abbondantemente intasata. La situazione del traffico è già
attualmente pressoché insostenibile e determina anche la:
Qualità
dell’aria: colle tre nuove lottizzazioni e il completamento di quelle già
avviate, il comprensorio si trasformerebbe da polmone verde qual’era e in parte
è tuttora, in un quartiere periferico di ville e villette, palazzine e palazzi,
in larga misura dormitori, se abitati, con un traffico di tipo urbano.
Approvvigionamento
idrico: lo sfruttamento intensivo delle falde acquifere dei Castelli ha già
determinato il deterioramento delle caratteristiche fisico chimiche dell’acqua
potabile nei Comuni dei Castelli, rendendo già ora imbevibile al gusto l’acqua
dell’acquedotto durante l’estate per l’elevato contenuto di sali tra cui
l’arsenico. Un problema, che verrebbe sicuramente aggravato da questa massiccia
edificazione del comprensorio Pratone - Cartabrutta,
che ne impermeabilizza i suoli (40% mediamente e vicino al 100% per il
quartiere 167), è quello dell’alimentazione del lago di Albano. L’intera zona
Cartabrutta, Pratone e la Molara, nel sistema idrogeologico dei colli Albani, è
classificata “area critica” per il lago di Albano, come stabilito dal D.G.R.
Lazio N. 445 del 16 Giugno 2009, Allegato 1, e dovrebbe quindi essere lasciata
prevalentemente libera di assorbire l’acqua piovana per alimentare la falda. Il
continuo calo del livello del lago, che non ha immissari superficiali, ben 8 m dal 2000 ad oggi, 80 cm dall’estate scorsa, è
dovuto, oltre che ai prelievi eccessivi dalla falda acquifera, legali e
illegali, anche all’impermeabilizzazione dei suoli nei bacini di raccolta che
impediscono l’assorbimento dell’acqua piovana da parte del terreno.
Smaltimento
acque chiare e nere: attualmente il territorio interessato dalle nuove
lottizzazioni non è affatto servito adeguatamente dalla rete fognaria comunale
e quindi la situazione verrebbe ulteriormente peggiorata colle nuove
edificazioni.
il Paesaggio: come
si fa a sostenere – come si legge nei Rapporti Ambientali presentati dalle
Lottizzazioni - che è meglio una distesa di recinti e comignoli, in genere
senza alberi per non sprecare nemmeno un metro quadro di terreno, rispetto ad
un bel prato verde, anche se popolato da specie “selvatiche” o un albero, anche
se “alloctono”, cioè non facente parte della flora “autoctona”? Anche un bel
paesaggio, come quello che la natura e la mano dell’uomo hanno, nei secoli,
creato nel nostro territorio, ha una parte importante nella qualità della vita
e, come tale, non ha prezzo.
Manca infine,
tra le criticità indicate da Regione e Comune, quella che è sicuramente la più
importante per i cittadini di Grottaferrata e che è la vivibilità del loro
ambiente.
Non si capisce
perché, per ragioni prevalentemente speculative - dato che le nuove unità
abitative in larghissima misura non corrispondono ad esigenze abitative
espresse dalla popolazione locale ma sono palesemente destinate ad attirare in
loco nuovi residenti attratti proprio da quello che ora sta venendo distrutto -
si deve rendere invivibile il proprio ambiente ai cittadini di Grottaferrata.
L’Amministrazione comunale deve rendersi conto che, in una situazione anomala
come quella determinata dalla mancata
adozione di un nuovo piano regolatore più
rispettoso dell’ambiente e delle esigenze dei suoi amministrati, ha il dovere
morale di consultare i cittadini prima
di prendere decisioni che risulterebbero grandemente dannose sia per il loro benessere fisico e psichico sia
per la salvaguardia del patrimonio naturale e storico del proprio territorio.
Nessun commento:
Posta un commento