Lo scorso 16 dicembre il Sindaco Mori ha incontrato i cittadini. Non è stato un confronto, non c’è stato dialogo. È stato un lungo - molto spesso noioso - monologo, corredato dal tipico frasario del politichese provinciale: “abbiamo fatto”, “stiamo facendo” .
Per carità alcuni allarmi, alcune difficoltà oggettive, vanno riconosciute. Manca tutto il resto. Manca la visione. “Noi stiamo facendo, i problemi ci sono ma la colpa è di quelli che sono venuti prima”. Un po’ troppo semplicistico.
Per esempio sulle questioni
della gestione territoriale, tutta la colpa è delle Amministrazioni precedenti che
non sono state capaci di realizzare il nuovo Piano Regolatore. Dice il Sindaco:
“l’espansione irrazionale che si è avuta a Grottaferrata è colpa di altri e se
il vecchio PRG continua a produrre affetti la colpa non è di questa
Amministrazione.” E allora, caro Sindaco, perché invece di stare immobile per
due anni non ha subito approvato una variante generale di salvaguardia a
crescita zero? Ecco, questa per esempio è una domanda che avremmo rivolto
volentieri a Mori e avremmo sentito con piacere la risposta.
Per il resto un elenco di cose
e cifre che non definiscono una politica di governo ma una mera ordinaria
amministrazione.
Si sono riproposti alcuni
temi, come la nuova stazione a Villa Senni oppure la questione Bartolomeo Gosio
o ancora la progettazione di Piazza De Gasperi. Anche qui ai puntuali rilievi
che come Piccolo Segno, U Lengheru Neru, Italia Nostra, abbiamo presentato non
c’è stata risposta. Allora ci domandiamo quale utilità possa avere un confronto
se poi non viene risposto nel merito dei contenuti ma ci si limita a
riaffermare quanto già detto. L’impressione è che il Sindaco preferisca dire la
sua ed evitare ogni tentativo di interlocuzione. Il risultato è, appunto, un
grigio monologo.
Nuovo depuratore? Nulla.
Soluzioni al problema della Mobilità? Nulla. Partecipazione diretta dei
cittadini alle decisioni? Nulla.
Resta un giudizio largamente
insufficiente, sull’operato di una Amministrazione, chiaramente modesta, dalla
quale ci si aspettava qualcosa di sostanzialmente nuovo e che invece sta
ripercorrendo tracciati già visti, ordinari ed incerti.
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